Economia e lavoro - 20 febbraio 2020, 19:55

Il rebus dell'occupazione: a febbraio cala la domanda di lavoro delle imprese piemontesi. Ma ci sono ancora ruoli che non trovano "interpreti"

Programmate circa 23.810 entrate, oltre 2mila in meno rispetto a febbraio 2019, anche se aumenta la porzione di impieghi stabili. Sono ancora i servizi a fare da traino con 7 assunzioni su 10. Il 30% delle aziende però conferma difficoltà a reperire i candidati giusti

Il rebus dell'occupazione: a febbraio cala la domanda di lavoro delle imprese piemontesi. Ma ci sono ancora ruoli che non trovano "interpreti"

Non solo le crisi aziendali e i licenziamenti che pendono sul capo di migliaia di lavoratori. Che la crisi non abbia ancora smesso di mordere, a Torino e in tutto il Piemonte, lo si può dedurre anche dai numeri dell'ultima analisi Excelsior che quantifica i fabbisogni delle aziende del nostro territorio e che viene diffuso da Unioncamere Piemonte. Le assunzioni a febbraio saranno infatti meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche se non è solo la crisi a incidere: si conferma anche una forte difficoltà a trovare i profili professionali adatti.

Scorrendo le cifre, sono infatti circa 23.810 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per febbraio 2020, quindi 2.100 unità in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-8,1%). L’81% riguarderà lavoratori dipendenti, mentre solo il 19% sarà rappresentato da lavoratori non alle dipendenze. Nel 40% dei casi le entrate previste saranno stabili (era il 37% a gennaio 2019), ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 60% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre febbraio-aprile 2020 le entrate stimate raggiungeranno le 67.420 unità, circa 9mila unità in meno rispetto a quanto previsto nello stesso periodo del 2019.

A livello di titolo di studio, delle 23.810 entrate previste in Piemonte nel mese di febbraio 2020 il 16% è costituito da laureati (in crescita rispetto al 18% di gennaio 2019) e il 34% da diplomati; le qualifiche professionali rappresentato il 32% mentre il 19% è riservato alla scuola dell’obbligo.

Per quanto riguarda la dinamica settoriale, invece, sono ancora una volta i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro (69%, con una lieve crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), in particolare il commercio, il turismo e i servizi alle persone.

Il comparto manifatturiero, che genera il 23% della domanda di febbraio 2020, registra un calo di 1.510 unità rispetto a febbraio 2019. In diminuzione anche le entrate programmate dalle imprese delle costruzioni, che passano da 1.830 di febbraio 2019 a 1.760.

Il 21% delle entrate previste per febbraio 2020 nella nostra regione sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota superiore alla media nazionale (20%) e analoga a quanto previsto nel febbraio 2019 a livello regionale (21%), il 31% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti, il 37% riguarderà impiegati, professioni commerciali e dei servizi e l’11% professioni non qualificate.

Il nuovo anno prosegue, però, all’insegna di una più elevata difficoltà di reperimento del personale. In 30 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, a febbraio 2019 incontrava difficoltà di reperimento il 29% delle aziende. Le professioni più difficili da trovare nel periodo considerato, sono gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, le professioni specifiche nei servizi di sicurezza, vigilanza e custodia e gli operai specializzati nelle industrie del legno e della carta.

Massimiliano Sciullo

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