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Sanità | 28 febbraio 2020, 12:10

Coronavirus, le scuole torinesi scrivono alle famiglie: "Obbligo di certificato medico per assenze superiori ai 5 giorni"

La disposizione è prevista dal DCPM del 25 febbraio e resterà valida fino al 15 marzo. Insorgono i medici di famiglia: "Una follia priva di fondamento scientifico"

Coronavirus, le scuole torinesi scrivono alle famiglie: "Obbligo di certificato medico per assenze superiori ai 5 giorni"

Alcuni istituti comprensivi della provincia di Torino stanno inviando le mail alle famiglie informando del fatto che, fino al 15 marzo, verrà reintrodotto l'obbligo del certificato medico in caso di assenza per malattia superiore ai 5 giorni.

Diversamente, verrà negato il rientro a scuola. In Piemonte l'obbligo era stato abolito nel 2008. Questa è quindi una disposizione "in deroga". 

Questo il contenuto delle comunicazioni che stanno arrivando a centinaia di famiglie.

VISTO il DPCM del 25 febbraio 2020 al cui art. 1 “Misure urgenti di contenimento del contagio” lett. c) recita: “la riammissione nelle scuole di ogni ordine e grado per assenze dovute a malattia superiore a cinque giorni avviene, fino alla data del 15 marzo 2020, dietro presentazione di certificato medico, anche in deroga alle disposizioni vigenti “

In caso di mancato rispetto di quanto disposto l’alunno/a NON potrà essere riammesso/a in classe. Sempre fino al 15 marzo, niente gite scolastiche, uscite didattiche e mobilità studentesca.

Dal 16, la situazione dovrebbe rientrare pian piano alla normalità.

Sul sito della Federazione dei Medici di Famiglia, il reintegro dell'obbligo del certificato medico per assenze superiori ai 5 giorni viene visto in modo totalmente negativo: 

"E' una follia la reintroduzione del certificato obbligatorio per bambini e ragazzi che rientrano a scuola, prevista tra le nuove misure per il contenimento del coronavirus. Si tratta di una misura che non ha fondamento scientifico perché non è possibile certificare l'assoluta certezza di non contagiosità. Nel caso, quindi, lo studente dovesse incubare la malattia, si profilerebbe una responsabilità del medico? Sarebbe utile che, prima di prendere iniziative del genere venissero consultati i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta. Il rilascio del certificato prevede una visita, non può essere rilasciato per via telematica. Considerando che molti genitori preoccupati hanno tenuto i figli a casa in questi giorni il volume di richieste, immagino, sarà elevato. Avremo quindi ambulatori più affollati e, quindi, più pericolo di contagio. E tutto per un'inutile pratica burocratica".

Barbara Simonelli

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