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Viabilità e trasporti | 03 novembre 2020, 19:55

Bonus bici e monopattini: tanti i torinesi rimasti "chiusi fuori" dallo Spid, ma c'è chi ce l'ha fatta

Disservizi, ritardi, code infinite per il click day dedicato al parziale rimborso delle spese sostenute nei mesi scorsi per la mobilità sostenibile. Eppure c'è chi è riuscito a completare la pratica e ora attende (e spera)

Bonus bici e monopattini: tanti i torinesi rimasti "chiusi fuori" dallo Spid, ma c'è chi ce l'ha fatta

Il Click day si è trasformato in un giorno da incubo. O quantomeno da enorme esercizio di pazienza, perché fin dalle prime ore di questa mattina in tanti (anche torinesi) si sono collegati al sito del ministero dell'Ambiente per caricare le proprie fatture e i propri dati personali a caccia del bonus mobilità.

Appuntamento (virtuale) alle 9, quindi mezzora di anticamera per aspettare che iniziasse la coda vera e propria. Infine l'avvio delle procedure, con un ordine di accesso distribuito in maniera casuale e dunque, persone che si erano collegate nello stesso momento, potevano essere distanti anche centinaia di migliaia di posti.

All'inizio sembra che nulla si muova, poi il flusso comincia a seguire il suo corso. Ma è qui che iniziano i veri problemi. Perché tanti torinesi si sono ritrovati alle prese con credenziali che non venivano riconosciute. E non c'è stato verso di risolvere il problema. "Io ho lo Spid con Poste Italiane, ma tramite la app arrivava un messaggio di errore che non si è mai sbloccato. E così i miei 20 minuti di tempo per effettuare la pratica si sono esauriti insieme alle mie imprecazioni", racconta Enrica, mamma che ha acquistato nei mesi scorsi la bicicletta per il proprio figlio.

Poste Italiane ha "colpito" anche tramite il sito web: anche in questo caso i problemi si sono susseguiti per tutta la giornata. "Ci hanno detto che lo stanno risolvendo", sospira Paolo, in isolamento a casa perché positivo al Covid, ma fortunatamente in condizioni adeguate a mettersi alla prova con questo Click day. "Però ho passato ore a chiedere e ricevere codici che poi non funzionavano".

"Io ho provato a collegarmi dall'estero - è la testimonianza di Samuele, un utente che si trova in Europa dell'est per motivi professionali -, ma non c'è stato nulla da fare, anche utilizzando il Qr Code. E a un certo punto ho dovuto desistere, perché cominciavano gli appuntamenti di lavoro. Verso le 18 ho riprovato, ma attualmente ho 600mila persone davanti a me, non so come andrà a finire".

In alcuni casi, anche chi ha reinstallato la app ripartendo da zero non ha avuto miglior fortuna, con codici e profili che non venivano più riconosciuti. 

In mezzo a tante lamentele (così come nel resto d'Italia), c'è però anche chi ce l'ha fatta. Magari utilizzando un altro Spid. Questo non vuol dire che sia stato facile. "Ho iniziato questa mattina alle 8.30, sfruttando lo smarworking, ma la coda è stata fin da subito impegnativa: almeno 350mila persone davanti - racconta Francesca -, così ho deciso di lasciare scorrere le cifre in sottofondo, controllando ogni tanto a che punto era avanzata la coda". "Quando ho visto che era quasi il mio turno ho preparato tutto: iban, fattura e codici identificativi e al terzo tentativo sono riuscita a entrare nel portale".

I timori sono iniziati dopo: "Completata la procedura, il sito non trovava però la mia anagrafica e dunque non avevo modo di capire se tutto era andato a buon fine. Addirittura, non riuscivo nemmeno a scollegarmi. Ho temuto che fosse successo qualcosa e così mi sono rimessa in coda per controllare". E' passato tutto il pomeriggio: "quasi 500mila persone, ma alla fine è tornato il mio turno. Stavolta l'ingresso con lo Spid ha funzionato al primo colpo e una volta entrato nella mia pagina personale ho ritrovato tutto: codici e riassunto della pratica. Ora aspetto e spero di poter ottenere il contributo".

Massimiliano Sciullo

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