Economia e lavoro - 16 novembre 2020, 19:15

Ombre sul Natale, ma gli artigiani attaccano: "Prodotti locali, non arricchiamo Amazon"

Felici (Confartigianato Piemonte): "Sarà uno dei periodi festivi più tristi del Dopoguerra, bisogna sostenere le piccole imprese locali"

Mancano ancora 40 giorni (un periodo che lo stesso ministro della Sanità, Roberto Speranza ha definito piuttosto lungo, a livello epidemiologico), ma ogni ora che passa stende ombre sempre più lunghe sul prossimo Natale, con il rischio concreto che si debba rinunciare a una buona fetta delle tradizioni per combattere la diffusione del Covid.
Un sistema di restrizioni che potrebbe portare ancora più disagi al mondo dell'artigianato e del commercio, in termini di vendite e di giro d'affari. Ecco perché - proprio dal mondo dell'artigianato regionale - si leva un appello, quasi un grido di dolore.

"Quello che ci attende sarà uno dei Natali più tristi e difficili dal dopo guerra - dice Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte -. Nella speranza che nel mese di dicembre si allentino alcune restrizioni e si mettano artigiani e commercianti nella condizione di lavorare senza perdere la ‘finestra natalizia’- ipotesi che segnerebbe la fine certa per molte attività che nel 2021 non sarebbero in grado di riaprire- voglio lanciare un appello: a Natale regalate prodotti del nostro artigianato, non ordinate su Amazon e sugli altri portali di acquisti on line”.

“Non è vero che l’emergenza sanitaria impone sacrifici a tutti - prosegue Felici -. C’è che ci sta guadagnando, e alla grande: i giganti del web e i padroni dei social, con Amazon in testa, che ha visto i ricavi nel terzo trimestre 2020 schizzare del 37%. Nei giorni scorsi la Commissione Ue ha aperto nei confronti di Amazon un’indagine per violazione delle regole sulla concorrenza: bella scoperta, noi la concorrenza sleale di Amazon la subiamo da anni. Allora, questa volta siamo noi a chiedere un’assunzione di responsabilità: comprate prodotti dell’artigianato locale”.

“Da quando la pandemia è scoppiata nel nostro Paese - conclude il presidente regionale di Confartigianato -, alle categorie produttive è stato chiesto un grande sforzo di responsabilità: abbiamo chiuso le nostre attività per tre mesi, abbiamo investito per mettere in sicurezza luoghi di produzione e di vendita, abbiamo nuovamente richiuso. È giunto il momento di uscire dal mondo virtuale e tornare nella realtà: comprate i nostri prodotti. Si tratta di un atto di resistenza economica ma anche sociale e culturale: non possiamo arrenderci a un’idea di società solipsistica, dove si vive rinchiusi, guardando tv a pagamento mentre i nostri figli crescono con la Dad, seguendo spettacoli e convegni in streaming, ordinando pranzi e cene che ti vengono consegnati da raider schiavizzati, ordinando tutto on line. Illudendosi di essere cittadini 4.0, arricchiamo Bezos e i turbo capitalisti globali. La vita è altrove, diceva un poeta. Riappropriamocene”.

M.Sci