Grugliasco - 08 aprile 2021, 13:03

Stellantis, a Torino senza la 500 elettrica le fabbriche sarebbero ferme: “Cassa integrazione segnale preoccupante”

Attesa per il piano industriale di Stellantis, che verrà presentato solo nella seconda parte dell’anno. Fim-Cisl: “Indispensabile completare gli investimenti previsti da Fca per il 2021 e rafforzare la capacità produttiva torinese”

La 500 elettrica traina la produzione torinese di auto di Stellantis. E’ questo uno dei dati più importanti che emerge nella relazione presentata dalla Federazione Italiana dei Metalmeccanici dopo il primo trimestre del 2021: il 71,01 % delle vetture prodotte, infatti, è una 500e.

Se a livello nazionale si registra un incremento della produzione del 30,9% (208.295 vetture) rispetto allo stesso periodo del 2020 (dato comunque imparagonabile, visto il lockdown di marzo dello scorso anno), i volumi produttivi misurati nel polo produttivo di Torino hanno visto la produzione di 18.311 auto. A fare da traino la 500 elettrica, con 13.002 unità. Un dato certamente impattante rispetto al totale, ma che risulta inferiore alle aspettative: “La ripartenza produttiva della 500e ad inizio 2021 non è stata abbastanza robusta da sostenere e garantire la proroga dei 160 somministrati, con scadenza nel mese di gennaio, che erano stati inseriti nel mese di ottobre” afferma Ferdinando Uliano (segretario nazionale Fim-Cisl).

"Sulla 500 elettrica si è passati da 300 vetture prodotte al giorno in fase di lancio, a 210 su due turni" spiegano i sindacati. "Ieri - racconta Uliano - ci è stato comunicato che dal 19 aprile si passerà a un turno: la produzione si ridurrà ancora". A pesare come un macigno un problema di reperibilità delle batterie e una flessione, preoccupante, del mercato.

Inevitabilmente, causa lockdown, rispetto al 2020 migliorano nel primo trimestre anche le produzioni di Maserati Ghibli, Quattroporte e Levante (5.309 Unità contro 2.325 prodotte). Numeri che non devono illudere: "Anche nella più ottimistica delle previsioni per il 2021, stimando le produzioni superiori al 2020, intorno alle 20.000 unità ci si attesterebbe comunque a - 60% rispetto ai risultati raggiunti nel 2017" spiegano da Fim-Cisl.

A preoccupare e non poco i sindacati dei metalmeccanici, la cassa integrazione che si è abbattuta sugli stabilimenti produttivi torinesi: a Grugliasco, i 1.127 lavoratori hanno svolto poco più della metà dei 60 giorni lavorativi previsti, mentre a Mirafori, oltre a una decina di giornate di Cassa ad inizio anno si sono aggiunte due settimane di Cassa Integrazione sulla linea del suv Maserati, per adeguare la linea alle prossime produzioni di Maserati Granturismo e Grancabrio. 

La richiesta avanzata da Fim-Cisl è quindi doppia: da una parte completare gli investimenti di 5,5 miliardi previsti dal piano industriale 2019-2021 di Fca, dall'altra poter contare su un "nuovo piano industriale di Stellantis capace di rafforzare la capacità produttiva del polo torinese".

Il 15 aprile, intanto, i sindacati incontreranno a Mirafiori i vertici di Stellantis Europe Enlarged per verificare la situazione degli stabilimenti del gruppo: "Pensiamo che la scelta della nascita del gruppo Stellantis debba caratterizzarsi con una strategia di sviluppo che salvaguardi gli stabilimenti italiani, siamo contrari a processi di ridimensionamento". "L'abbiamo detto a Tavares e lo ribadiamo: l'aver costituito il quarto costruttore mondiale è certamente un elemento di forza, ma le razionalizzazioni che porteranno risparmi, unite alle potenzialità del gruppo, devono essere convogliate a rafforzare il piano industriale" ribadiscono i sindacati.

In ultimo, chiesto un maggiore interessamento da parte del Governo: "Speriamo che non sia un Governo del cambiamento in negativo, lo stiamo sollecitando a svolgere un ruolo attivo nel rafforzamento della presenza del settore dell'auto nel nostro paese, ma non abbiamo ottenuto risposta". "Abbiamo richiesto al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Georgetti di convocare un tavolo di settore: il settore dell'automotive è centrale in termini occupazionali, tecnologici, per le risorse del Recovery Plan e della transizione ecologica" conclude Uliano.

Andrea Parisotto e Massimiliano Sciullo