Economia e lavoro - 01 maggio 2021, 10:40

Primo Maggio a Torino, l'appello di Nosiglia: "I lavoratori siano partecipi nelle scelte delle aziende per cui operano" [FOTO]

Cerimonia in forma ristretta presso la sala Carpanini del Comune: "Ripartire si può: che questa sia l'ultima Festa con limitazioni". Appendino: "Ripensare i modelli produttivi, ma anche quelli redistributivi"

Le celebrazioni torinesi per il Primo Maggio si sono svolte nella Sala Carpanini del Comune e con un megaschermo in piazza San Carlo

"Che questo sia l'ultimo Primo Maggio trascorso in questa maniera: ripartire si può e speriamo che dal prossimo anno si torni alle vecchie abitudini". Così si è aperta la manifestazione che celebra la Festa dei Lavoratori all'interno della Sala Carpanini del Comune di Torino. Una formula "ridotta", proprio a causa della pandemia e delle restrizioni, ma che non sposta di un millimetro le difficoltà e le sfide che - anzi - questa crisi economico-sanitaria ha generato o amplificato. Accanto ai sindacati (Cgil, Cisl e Uil), anche la sindaca Chiara Appendino, l'assessore regionale Chiara Caucino e l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia.

Nosiglia: "I lavoratori partecipino alle scelte delle loro aziende"

C'è un problema sicurezza che persiste (come ricorda il minuto di silenzio osservato prima delle celebrazioni), che non è solo emanazione del Covid, ma non solo. "Ho vissuto da vicino alcune delle crisi più gravi del territorio - ha ricordato l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia - ed è mio dovere essere vicino a queste persone. La via Crucis che stanno vivendo i lavoratori di Embraco è solo la punta dell'iceberg: una crisi che ha forti ricadute personali e psicologiche, per le famiglie coinvolte". "Bisogna agire insieme, tutte le istituzioni civili e religiose, per dare forza alle forme concrete di solidarietà che stanno emergendo: serve uno scatto etico, su regole condivise per rimettere al centro dei rapporti di lavoro la persona, sia essa imprenditore o lavoratore. Dobbiamo lanciare una sfida civilizzando l'economia, consapevoli che lo sviluppo si realizza con la cooperazione che sostiene tutti i soggetti coinvolti. Un occhio di riguardo va riservato ai giovani e alle donne, che hanno pagato più degli altri la pandemia".[L'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia]

E lancia la sfida: "I lavoratori devono partecipare delle decisioni e delle strategie dell'azienda per cui lavora e di cui contribuisce al successo. In questo, insieme a modelli di welfare e non solo, Torino può giocare un ruolo da pioniere a livello nazionale. Sono rimasto molto sorpreso, inoltre, che il coinvolgimento delle parti sociali, dei sindacati e dei lavoratori spesso avvenga a cose fatte o solo in maniera di facciata".

Appendino: "Mai come oggi la parola Festa sembra poco appropriata"

"Mai la parola Festa, dal dopoguerra a oggi è stata meno appropriata alla giornata di oggi - sottolinea il sindaco di Torino, Chiara Appendino -. Chi mi ascolta conosce molto meglio di me le difficoltà e non sempre le risposte che diamo sono all'altezza delle aspettative della comunità di cui facciamo parte. E ci sono fasce sociali, come le donne, che hanno sofferto più delle altre. Dobbiamo dare speranza con atti concreti: i fondi europei di Next generation Eu sono solo il primo passo. Ma è inutile illudersi di poter tornare alle dinamiche produttive di un tempo: i cambiamenti vanno governati, sfruttando le opportunità e limitando i rischi".
"Bisogna ripensare i modelli produttivi - continua Appendino -, ma anche quelli redistributivi, perché certi meccanismi non sono più sostenibili. Dobbiamo lasciare una comunità più unita, coesa e solidale di quanto non sia oggi".  


[La sindaca di Torino, Chiara Appendino]

"I lavoratori piemontesi meritano rispetto - aggiunge l'assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino - e meritano ascolto, per quello che sta succedendo: nelle loro fabbriche e nelle loro case. L'avvicinarsi della fine di alcuni ammortizzatori sociali preoccupano non poco e tante famiglie cadono nella povertà. Stiamo facendo tutto il possibile per garantire la tenuta complessiva del tessuto sociale".

E il candidato sindaco, Paolo Damilano, ha affidato ai social il suo pensiero: "Il lavoro non ha colore. È un valore che tiene insieme i territori, le città, le comunità. In questo momento storico la creazione del lavoro è un passo fondamentale per ricostruire il tessuto economico e il tessuto sociale dopo questa guerra al Covid. “Nessuno deve restare indietro” è il comandamento che può e deve unire tutte le forze politiche. Chiunque scenda in campo per guidare la città o il territorio si deve impegnare per difendere il lavoro, per ricostruirlo, per dare speranza e concretezza.  Non devono esistere maggioranza e opposizione e neppure contrapposizioni ideologiche, tutti dovremo lavorare per creare e offrire lavoro alle giuste condizioni, con le tutele necessarie. Una sfida che unisce perché il lavoro non ha colore".

 

Massimiliano Sciullo