Economia e lavoro - 14 luglio 2021, 09:52

I timori dopo le "notti magiche": "Festeggiamenti senza controlli, a pagare non devono essere commercio e artigiani. Di nuovo"

L'allarme di Felici (Confartigianato Piemonte): "Già lo scorso autunno portò a nuove chiusure per un'estate scriteriata. Ora accadrà lo stesso?"

persone ammassate in piazza Vittorio Veneto

I festeggiamenti a Torino dopo la vittoria agli Europei sono stati spesso fuori controllo

Lo hanno pensato in tanti, al di là dell'ebbrezza da vittoria. Ma perché tante restrizioni se poi, con la cavalcata della Nazionale di calcio agli Europei, nelle strade di tutte le città si è scatenato il liberi tutti? Ma soprattutto: e adesso?

Il timore che tanti assembramenti possano stimolare una nuova risalita dei contagi (complice la famigerata variante Delta) e dunque nuove limitazioni e chiusure è forte, soprattutto in chi ha già dovuto aspettare e soffrire. “Siamo tutti entusiasti per la vittoria della nazionale italiana agli Europei di calcio, tuttavia siamo sconcertati di fronte ai festeggiamenti con persone accalcate, abbracciate, con mascherine abbassate - dice Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte -. A parte sterili raccomandazioni, non vediamo nessun tipo di controllo, come se l’emergenza fosse finita. Eppure artigiani, esercenti e commercianti continuano a rispettare le regole anti-Covid19 per lavorare in sicurezza, e chi opera nel campo della somministrazione indossa la mascherina anche in cucina o quando serve ai tavoli. Qualcosa, quindi non funziona".

"Liberi tutti? Allora valga davvero per tutti"

E il ragionamento prosegue, mentre proprio Confartigianato Piemonte si prepara tra pochi giorni al rinnovo delle cariche e dei vertici. "O ci siamo lasciati alle spalle la pandemia, e allora il liberi tutti deve valere davvero per tutti, oppure no, e allora le regole devono valere per chi lavora come per chi fa festa. Quest’autunno i virologi hanno ripetuto a reti unificate che la seconda ondata era colpa dell’estate scriteriata, immagino che nei prossimi mesi ridiranno in coro esattamente le stesse cose. Ma non accettiamo di essere ancora noi a pagare il prezzo di nuove restrizioni e chiusure a fronte di un aumento dei contagi. Mentre in piazza e nelle strade si fa festa sventolando il Tricolore, gli imprenditori vivono in una situazione di incertezza che rende impossibile programmare i prossimi mesi".

Gli eventi, una categoria ancora ferma (e la caccia al runner)

Facile pensare a chi, addirittura, non ha ancora riaperto: "Pensiamo solo alla filiera degli eventi - dice Felici -. Siamo stremati, in tanti non hanno riaperto, altri chiuderanno, non possiamo lavorare con gli occhi bendati, addossandoci il rischio che, a fronte di una crescita dei positivi, il Piemonte possa tornare in zona gialla, se non peggio. Dopo aver visto dare la caccia perfino ai runners solitari durante il lockdown, dopo aver visto invocare battaglioni di ispettori per controllare le aziende (idea Pd), dopo aver costretto per mesi un intero settore a sopravvivere con l’asporto o le consegne a domicilio, di fronte alla sacra palla e ai suoi baccanali si fa finta di non vedere. La sofferenza di intere categorie produttive di un Paese che conta sei milioni di poveri, meriterebbe ben altro rispetto: dagli italiani tutti e da chi li governa”.

Massimiliano Sciullo

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