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Sanità | 04 dicembre 2021, 07:00

Infiammazione e tossine fanno ammalare il nostro cervello

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Infiammazione e tossine fanno ammalare il nostro cervello

Disbiosi intestinale, parassitosi, candida, focus dentali, infezioni opportunistiche, tossine delle muffe sono tutti fattori che hanno in comune la capacità di innescare processi infiammatori, causano squilibrio e debolezza del sistema immunitario e contribuiscono a modificare il corretto funzionamento di due delle nostre importantissime barriere tissutali: la barriera intestinale e quella emato-encefalica.

Ormai lo sapete: una disbiosi intestinale può andare ad influenzare lo stato di salute e l’efficienza di organi, anche distanti dall’intestino, compreso il nostro cervello. Infatti, in condizioni di disbiosi, il nostro cervello può essere “attaccato” da potenti patogeni come la candida che da innocuo lievito si trasforma in un pericoloso fungo con potenti ife, in grado di lacerare la mucosa intestinale, favorendone la permeabilità e quindi il suo passaggio nel flusso sanguigno, fino a raggiungere altri tessuti, anche molto distanti dalla sua “casa” di origine.

A protezione del cervello abbiamo la barriera emato-encefalica che filtra il sangue che arriva al cervello per impedire il passaggio di sostanze o microorganismi pericolosi. Purtroppo, tutte le condizioni patologiche sopra citate, se reiterate nel tempo, possono contribuire al deterioramento di questa specifica barriera, con una inevitabile conseguenza: l’aumento dello stato infiammatorio sistemico, favorito dalla produzione di citochine pro-infiammatorie, proteine, il cui eccesso contribuisce allo scatenarsi di molti disturbi e patologie che riguardano non solo la sfera fisica, ma anche quella psicoemotiva.

Intestino e cervello lavorano in sincronia, in un feedback continuo. La salute dell’uno influenza la salute dell’altro, ma non solo, perché sia la salute psichica che quella del nostro Microbiota influenzano anche il nostro sistema immunitario, attraverso la mediazione del sistema endocrino e nervoso. Ora proviamo a concentrarci sul cervello: un organo molto complesso, il cui funzionamento ancor sfugge alla comprensione della scienza. Pensate che ogni neurone può collegarsi con altri mille intrecciando reti la cui complessità è inimmaginabile.

I neuroni si collegano tra loro mediante sinapsi e formano 1 miliardo di connessioni per ogni mm3 di corteccia cerebrale. In un volume di 1.500 centimetri cubi si racchiudono 100.000 milioni di neuroni che utilizzano fino a 19.000 dei 30.000 geni che compongono il genoma umano. I neuroni comunicano tra loro mediante impulsi elettrici grazie ad alcune sostanze chimiche (neurotrasmettitori).

Ogni cellula nervosa è collegata mediante sinapsi con molte altre, formando una fitta rete di comunicazione in cui ciascun gruppo di cellule svolge un lavoro specifico. Ecco, noi pensiamo, ricordiamo, apprendiamo, grazie a loro. Esse sono coinvolte in qualunque azione che compiamo: ci aiutano a vedere, sentire, odorare, camminare ecc. Per svolgere con efficienza questo immenso lavoro i neuroni devono ricevere una consistente quantità di nutrienti (alimenti e ossigeno).

Ogni secondo il nostro cervello è impegnato a generare e produrre energia, costruire connessioni, lavorare in feedback con tutti gli organi del sistema corporeo, il tutto sempre accompagnato dalla sua necessità primaria di smaltire i rifiuti tossici. Più volte ho sottolineato il concetto che un cervello intossicato perde la sua capacità di compiere la miriade di funzioni quotidiane che ci mantengono in salute. Ecco perché è così importante la barriera tissutale cerebrale.

Se essa perde la sua funzione di protezione, permettendo il passaggio di sostanze e microrganismi tossici, il cervello si ammala. Sono sempre più numerosi gli studi scientifici che mettono in connessione la eccessiva permeabilità della barriera intestinale e della barriera emato-encefalica con le patologie neurodegenerative come, ad esempio, l’Alzheimer, una delle patologie senili più diffuse al mondo.

E non dobbiamo stupirci perché la maggior parte degli anziani sono in disbiosi intestinale cronica. Recentissimi studi hanno dimostrato che il Microbiota intestinale interagisce con il sistema nervoso autonomo e con quello centrale per mezzo di differenti vie di comunicazione, tra le quali il sistema nervoso enterico e il nervo vago.

A mio avviso è importantissimo comprendere che le degenerazioni cerebrali, sempre più spesso, si manifestano in coppia con quelle gastrointestinali. Non a caso sono sempre più numerosi gli articoli scientifici che sottolineano quanto una infestazione da candida a livello cerebrale (candidosi cronica polisistemica) possa essere un cofattore di scompensi mentali depressivi o ansiogeni.

Infatti, il nostro cervello è molto suscettibile alle neurotossine prodotte dai patogeni presenti nel Microbiota intestinale. Tutto si gioca a livello della barriera tissutale cerebrale, la cui funzionalità viene penalizzata dal nostro errato stile di vita: cibo spazzatura e povero di bioattivi; sedentarietà e stress patologico; abuso di farmaci; alcol e droghe.

Anche le infezioni croniche virali e batteriche, come ad esempio quelle causate dalle cavitazioni e dai denti devitalizzati in modo improprio, possono alterare questa importante barriera difensiva, che, se diventa porosa, permette l’ingresso di microrganismi patogeni che colonizzano il cervello. Intestino e cervello lavorano in feedback continuo.

Quante volte mi è capitato di notare netti miglioramenti a livello psicoemotivo, lavorando sul recupero delle mucose enteriche, sulla funzionalità digestiva e sul Microbiota. Nello stesso tempo mi rendo conto che la maggior parte delle persone non sospetta minimamente che batteri, funghi e metalli possono penetrare nel nostro cervello!

E la domanda che mi ponete è sempre la stessa: “…come hanno fatto a finire là dentro?”. “Superando la membrana emato-encefalica”, rispondo. Ma a monte di questo c’è sempre una alterazione della mucosa intestinale che riversa nel circolo sanguigno, tutto il contenuto degli intestini: frammenti incompleti di proteine, acidi metabolici, batteri, funghi, parassiti, metalli e tossine varie. Tutta questa “immondizia” viene poi trasportata in tutto l’organismo, cervello incluso.

La mucosa intestinale è una barriera selettivamente permeabile che fa passare solo quello che serve all’organismo, bloccando tutto il resto. Questa sua funzione è determinata dalle cosiddette «giunzioni strette» (gap junction) che contribuiscono a mantenere un’adeguata e corretta chiusura. Purtroppo, il nostro errato stile di vita sta causando la perdita dell’integrità di questa mucosa, e sempre più spesso si legge la diagnosi di «intestino permeabile».

L’alterazione della permeabilità intestinale è alla base dell’eziopatogenesi di malattie importanti del sistema gastro-intestinale e di patologie autoimmuni, infiammatorie e neurodegenerative. Questo passaggio di tossine nel sangue, da una parte attiva il sistema immunitario che dovrà intervenire costantemente e pesantemente (favorendo le intolleranze e le allergie alimentari), dall’altra crea il terreno adatto all’aumento di infiammazioni.

La costante iperattivazione del sistema immunitario va ad alimentare l’infiammazione cronica locale che ha dato origine alla permeabilità, creando un pericolosissimo circolo vizioso. Come sempre, mi spiace ripetermi, ma le cause del danno alle giunture intestinali sono sempre le stesse: disbiosi intestinale, additivi chimici, alimenti spazzatura pregni di pesticidi, abuso di farmaci, parassitosi e candidosi sistemica, alcol, stress, infiammazioni silenti e infezioni croniche.

A questi si aggiungono altri “attori protagonisti”, responsabili di questa pericolosa degenerazione: ad esempio, alcuni acidi metabolici derivanti dalla digestione, come l’acido propionico, un grasso a catena corta prodotto dai batteri, in grado di indurre neuroinfiammazione, stress ossidativo e disfunzione a livello mitocondriale.

Questo acido incide negativamente sulle “gap junction”, riduce i livelli di glutatione nel cervello, rendendo l’organo molto più sensibile allo stress chimico dei vari inquinanti, come gli xenobiotici e i metalli pesanti; diminuisce i livelli nel sangue degli acidi grassi essenziali Omega-3. Vedete come ogni giorno il nostro organismo deve impegnarsi per cercare di mantenere l’integrità e la corretta funzionalità delle nostre importantissime barriere tissutali?

Diventa quindi prioritario imparare a mangiare bene, scegliendo cibi ricchi di bionutrienti importanti, come le spezie e le bacche, i fermentati, le verdure latto-fermentate (crauti, cetriolini, ecc.), il miso (fermentati di riso o soya biologici) e la radice di Kuzu (eccezionale sfiammante). Scartiamo invece quelli pro-infiammatori come, ad esempio, i dolci e i cereali raffinati e tutte le altre sostanze che provocano irritazione (alcolici, prodotti confezionati ricchi di additivi chimici).

Scegliamo cibi ricchi di glutammina (migliora la funzionalità della barriera intestinale e immunitaria), di vit. C (centrale per il collage) di alfa-latto-albumina (stimola la produzione di PGE2 e aumenta la produzione di muco intestinale) e di acido butirrico (energia pura per i colonociti).

Anche i probiotici (lattobacilli, bifidi) danno un contributo importante. Come sempre vi invito a fare scelte di salute, ricordandovi che il cervello deve essere preservato e ben nutrito, al pari del nostro intestino, se non vogliamo vivere limitati nelle nostre reali capacità, bloccati in condizioni patologiche che ci costringono a una vita di sofferenze e di rinunce.

Redazione

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