Economia e lavoro - 10 gennaio 2022, 18:50

Il Covid colpisce anche dietro al bancone: negozi in ginocchio per titolari e dipendenti positivi. "Rischio lockdown di fatto"

Confesercenti Torino stima in un 30% le aziende in affanno e un 10% che hanno già dovuto chiudere in attesa di miglioramenti della salute

negozio con le serrande abbassate

Tanti negozi rischiano di restare chiusi per malattia di titolare o dipendenti /foto di archivio

Le scuole, i trasporti pubblici, i locali, gli eventi. Ma non solo. Il Covid-19 (anche nella sua nuova versione Omicron) non conosce confini o ostacoli. E colpisce anche dietro i banconi dei negozi. Secondo un'indagine di Confesercenti Torino, infatti, almeno un esercizio su tre si trova in affanno a causa di titolari o dipendenti positivi al virus e addirittura uno su dieci ha dovuto momentaneamente abbassare la serranda, in attesa di recuperare forze e salute.
Già oggi – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – possiamo stimare un 10% di attività temporaneamente chiuse e un altro 30% in affanno“.

"La chiusura - prosegue Confesercenti in una nota - riguarda soprattutto le piccole e piccolissime attività a conduzione famigliare che non hanno dipendenti: in questo caso, basta che sia colpito il titolare e l’attività si ferma; ma neppure la presenza dei dipendenti mette al riparo dalle difficoltà: meno personale significa dover riorganizzare e aumentare i turni dei dipendenti che rimangono in servizio, ridurre gli orari, essere costretti a garantire meno servizi alla clientela; succede anche che a essere infettati siano contemporaneamente il titolare e i dipendenti: in questo caso, il blocco è inevitabile".

Non tutti sanno fare tutto: si rischia lockdown di fatto

Non dimentichiamoci – osserva ancora Banchieri – che non tutte le competenze sono facilmente sostituibili: un cameriere, un pizzaiolo, un addetto di un laboratorio di macelleria, un commesso di un negozio di abbigliamento non si possono improvvisare e il titolare non può seguire tutto”.

Purtroppo – continua Banchieri -, con la pandemia in rapido avanzamento è facile prevedere che questi numeri nelle prossime settimane si aggraveranno. Su questo tutti gli specialisti sono concordi: la riapertura delle scuole e la riprese piena delle attività e degli spostamenti dopo la pausa natalizia moltiplicheranno i casi. Il governo non ha varato nessun provvedimento di chiusura, ma una parte del commercio rischia un lockdown di fatto, e non si tratta di pochi giorni: date le note difficoltà legate ai tamponi, la chiusura può andare dai 7/10 giorni ai 20, con una perdita per le imprese non indifferente”.

 

Nessuna "mutua": servono indennità

E poi c'è un'ulteriore specificità che riguarda i negozianti. Mentre i dipendenti che non lavorano hanno la normale “copertura malattia” garantita dall’Inps, infatti, il titolare che deve bloccare o ridurre l’attività non ha alcuna garanzia dal punto di vista economico: “A tutti i danni provocati da quasi due anni di pandemia – dice Banchieri – si aggiunge anche questo: non è dovuto ad alcun provvedimento formale di chiusura, ma deve essere in qualche modo preso in considerazione. Per questo proponiamo l’immediata istituzione di una ‘indennità di chiusura o di ridotta attività’ basata sulle certificazioni di positività rilasciate in questi casi”.

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

SU