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Politica | 26 aprile 2022, 17:55

Pro vita, in Regione "sì" al fondo in favore delle associazioni antiabortiste. L'assessore Marrone: "Vittoria". Grimaldi (Luv): "Misura illecita"

Le opposizioni insorgono. Gallo (Pd): "Non è ciò che volevamo". In Consiglio presentati migliaia di emendamenti all'approvazione del bilancio proprio allo scopo di fermare il fondo "Vita nascente": il Pd li ha poi ritirati, Luv no. Ma la maggioranza ha tirato dritto

L'assessore Maurizio Marrone

L'assessore Maurizio Marrone

"Qualcuno avrebbe voluto fermarci, ma abbiamo dimostrato ancora una volta che il Piemonte è dalla parte della Vita e della vera libertà di scelta delle donne. Il nostro emendamento 'Vita nascente' permetterà ai bambini delle donne in difficoltà economica e sociale di nascere". Con queste parole un soddisfatto assessore alle Politiche sociali, Maurizio Marrone, ha commentato il voto in Consiglio regionale che di fatto ha dato l'ok alla creazione di un fondo per le associazioni antiabortiste. Un provvedimento che aveva fatto molto discutere già negli scorsi giorni, tanto che le opposizioni, proprio per fermarlo, avevano deciso di presentare migliaia di emendamenti per rallentare l'approvazione del bilancio di previsione della Regione.

Detto, fatto: 5.190 emendamenti, poi ridotti a circa 1.300 da discutere in aula. La condizione delle minoranze per ritirarli? Proprio il ritiro dell'emendamento sul "Vita nascente". Ma tutto ciò non è avvenuto, con la maggioranza che ha tirato dritto ed è arrivata fino all'approvazione.

"In questi giorni abbiamo assistito a scene al limite del ridicolo - ha spiegato Marrone - con siparietti in aula, improbabili 'mobilitazioni' di più di 194 voci che poi in piazza erano meno di una ventina, e ottusi emendamenti ostruzionistici tesi a farci fare marcia indietro. Tranquillizziamo tutti: mettetevi l'animo in pace perché il fondo 'Vita nascente' è realtà. Il nostro obiettivo è garantire il vero diritto di scelta della donna, che può anche essere la scelta della vita, intervenendo a sostegno delle donne in situazioni di fragilità sociale".

Durissima la reazione delle opposizioni. Marco Grimaldi (LuV) il più combattivo: "Da domani in Piemonte una donna indigente che deciderà di andare al consultorio e avere un bambino non avrà niente, mentre le prime 100 che si presenteranno ai centri pro vita riceveranno 4.000 euro. Credo che siamo davanti ad un abominio prima ancora che a una misura illecita", ha attaccato. "L'emendamento Marrone è stato appena approvato da una larga maggioranza di centro destra, da quello stesso fronte che, dopo aver spalancato le porte delle ASL e dei consultori alle associazioni anti-abortiste, ora li finanzia con 400mila euro di fondi pubblici". "Se il Piemonte vuole applicare la legge 194", ha poi rincarato, "intervenga in tutte le strutture dove l’interruzione volontaria di gravidanza è negata per la mancanza di personale non-obiettore, attui i percorsi previsti per una genitorialità consapevole, a partire dalla distribuzione gratuita di contraccettivi ai giovani fino a 26 anni".

Raffaele Gallo (Pd) ha invece spiegato: "Le risorse sono sempre ben accolte quando si tratta di sostenere la genitorialità, ma devono essere date ai consorzi socio assistenziali e consultori. Il fatto che l'assessore Marrone abbia accolto parte di queste istanze è un risultato del Pd, anche se non è quello che volevamo".

Per il Movimento 5 Stelle, il contributo alle associazioni Pro Vita "è inutile e discriminatorio, perché rivolto a poche. Le donne devono essere sostenute in modo diverso, con misure strutturali, dal lavoro alle rette dei nidi". "Questa Giunta ha deciso di regalare 400mila euro alle associazioni pro vita, asserendo di voler aiutare 100 donne nel percorso di libera scelta", ha rincarato la dose la capogruppo Sarah Disabato, "Per noi si tratta di una misura dannosa, discriminatoria e inutile".

Francesca Frediani e Giorgio Bertola del Movimento 4 Ottobre hanno invece spiegato: "Abbiamo cercato di affrontare il tema al di fuori di ogni ideologia. Il diritto alla libertà di scelta è sancito dalla legge e viene violato nel momento in cui molte strutture ospedaliere non garantiscono l'interruzione di gravidanza per la sola presenza di medici obiettori. Una nostra interrogazione, portata in aula solo pochi giorni fa, riportava l'attenzione della Giunta su questo tema. Ma non possiamo ignorare che la stessa legge preveda anche il sostegno alle donne in difficoltà e che le istituzioni possano avvalersi di associazioni di volontariato per tale scopo. L'assessore Marrone ha accolto alcuni nostri suggerimenti rispetto al coinvolgimento dei consultori e dei consorzi socio assistenziali, ma rimane il dubbio che questa misura abbia come esito unicamente quello di finanziare la galassia delle associazioni pro vita, senza reale beneficio per le donne".

Soddisfatto Silvio Magliano dei Moderati. Il motivo lo spiega lui stesso: "E' stato un bel risultato personale. E' infatti passato il mio sub-emendamento per cui la misura 'Fondo Vita Nascente' dovrà essere sottoposta al parere della Commissione Consiliare competente. Ora lavoreremo al massimo delle nostre possibilità affinché i contributi siano erogati in forma di voucher (evitando, dunque, circolazione di denaro liquido) e affinché si inizi e si porti avanti un lavoro coordinato delle Associazioni insieme ai Consultori e ai Consorzi, in un'ottica di piena e compiuta sussidiarietà che coinvolga tanto il Privato Sociale quanto l'Ente Pubblico".

Oltre a quello dei Moderati, è stato approvato anche un secondo sub-emendamento, proposto direttamente dell’assessore Marrone su indicazione di alcuni gruppi di opposizione: stabilisce che i progetti di accompagnamento in situazioni di fragilità e vulnerabilità sociali vengano attuati in coordinamento con i consultori e gli enti socio-assistenziali.

"La rete Più di 194 voci condanna fermamente l’approvazione dell’emendamento presentato dall’assessore Marrone che prevede lo stanziamento di 400 mila euro per il fondo “Vita nascente”, erogati dalle associazioni che si definiscono pro vita".

"Riteniamo che questa sia una speculazione irrispettosa della libertà di scelta e autodeterminazione delle donne che crediamo vada invece tutelata garantendo un buon funzionamento delle strutture pubbliche, garantendo percorsi coerenti per l’IVG farmacologica nei consultori, la fornitura di contraccettivi gratuiti ai/alle giovani sotto i 26 anni. 4000 euro erogati non si sa con quali criteri da associazioni antiabortiste non risolvono sicuramente il problema della denatalità, ma riflettono una filosofia di elemosina e paternalistica che è l’opposto di quello che vogliamo e di quello che servirebbe: servizi di tutela e sostegno all’autodeterminazione delle donne e alla genitorialità" scrive l'associazione.

Daniele Angi

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