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Attualità | 11 luglio 2022, 10:32

In Piemonte in un anno 9000 infortuni in più (e 32 morti). Airaudo: " Un'azienda controllata ogni vent'anni. Precarietà non fa denunciare"

Il segretario generale Cgil: "Mancano controlli e manca formazione. Spesso si arriva a tragedia avvenuta. In media un'azienda edile può essere controllata ogni 20 anni"

incidente sul lavoro

In Piemonte in un anno 9000 infortuni in più (e 32 morti). Airaudo: "La precarietà non fa denunciare"

Oltre novemila denunce di infortunio sul lavoro in più rispetto al 2021 e 32 di questi, nei primi cinque mesi dell'anno, culminati nel peggiore dei modi, con la morte di una persona. Sono i dati che affliggono il Piemonte nel 2022, diffusi dalla Cgil regionale parlando di sicurezza per chi presta la propria attività.

Erano state 16.591 nei primi 5 mesi del 2021 (complice forse la riduzione di attività a causa del Covid) mentre nell'anno in corso, a maggio, se ne erano contati 25.666. Tra le persone che hanno perso la vita, 27 erano uomini e 5 donne, di cui due incidenti definiti "in itinere", ovvero verificati mentre viaggiavano per andare a lavorare.

"Cresce l'indignazione, ma non l'attenzione e i controlli"

L'occasione per ribadire l'emergenza è stata l’assemblea regionale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. "Le morti e gli infortuni sul lavoro sono inaccettabili e dobbiamo spezzare la spirale che oscilla tra incidenti e indignazione - dice Giorgio Airaudo, segretario regionale della CGIL - Abbiamo purtroppo la netta sensazione che negli anni, nonostante aumenti l'indignazione, sia calata l'attenzione. E troppo spesso i nostri delegati Rls fanno segnalazioni cui non viene dato seguito. Invece centinaia e centinaia di segnalazioni finiscono nel porto delle nebbie, senza riscontro. E non vorremmo che, con la pandemia, siano diminuite le ispezioni. Temiamo che avvengano ormai solo su richiesta della magistratura, a evento nefasto avvenuto".

Anche se sono in via di assunzione nuovi ispettori. "Ma ci viene detto che per queste figure serve ancora formazione - prosegue Airaudo - e ai compiti spesso non coincidono le competenze, tra Asl e Spresal. Al momento, la statistica dice che un'azienda edile potrebbe essere controllata ogni 20 anni".

"La precarietà non fa denunciare"

Ma non solo. "Data la situazione del mercato del lavoro precario e ridotto nel tempo, sono tanti i lavoratori che preferiscono non denunciare o richiedono l'anonimato - aggiunge il segretario Cgil Piemonte - e questo influenza anche i numeri. Per questo crediamo che la situazione richieda lo stop alla precarietà e un solo contratto di accesso al lavoro, con tempi e passaggi certi".

Assente oggi la Regione Piemonte. "Ma con CISL e UIL li incalzeremo e chiediamo un incontro per conoscere il Piano di Prevenzione e sicurezza, che è responsabilità regionale".

Verso una banca dati condivisa 

"Si sta lavorando a una banca dati condivisa così da avere un quadro delle attività ispettive e dei loro esiti - commenta Bruno Giordano, direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro - In questo modo si potrà avere un quadro più completo della situazione e decidere eventuali sospensioni delle attività. Allo stesso tempo abbiamo chiesto di aumentare il personale, aggiungendo nuovi ispettori. Questa mattina si sta facendo un concorso per 1184 ispettori tecnici e domani per altri 50 statistici e informatici".

"Le vittime di infortunio spesso sono lavoratori precari e fragili - aggiunge Francesca Re David, segretaria Nazionale Cgil - Ci vogliono strumenti tecnici e volontà politica, visto che il blocco delle assunzioni ha indebolito le strutture: ora è tempo che e i diversi enti e banche dati si parlino tra loro. Vanno messe in connessione le Asl e ogni ispettori costruendo un coordinamento, ma anche una campagna di formazione sulla sicurezza del lavoro".

Massimiliano Sciullo

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