Economia e lavoro - 28 luglio 2022, 06:00

Confesercenti Torino: "Macellerie in crisi, complice il caldo. Chiuso un negozio su 5 in dieci anni"

Luigi Frascà, presidente Assomacellai-Confesercenti, lancia l'allarme: "Servono aiuti, altrimenti il settore continuerà a perdere imprese ed occupati"

macelleria - foto d'archivio

L'allarme di Confesercenti: "Macellerie in crisi, -15% rispetto al 2021"

Sappiamo che l’estate non è il periodo migliore per il consumo di carne, ma non ci aspettavamo un calo così consistente come quello attuale. Un crollo anomalo: stiamo assistendo infatti, rispetto ai valori dello stesso periodo del 2021, a riduzioni di vendite intorno al -15% per la carne suina, -8% per la bovina e -4% per le carni bianche. Il gran caldo di questo periodo influisce in modo pesante sulle nostre vendite, che dall’inizio del 2022 erano già scese di almeno il 10%”. Così Luigi Frascàpresidente Assomacellai-Confesercenti.

Un settore in difficoltà da tempo

I maggiori prodotti venduti nelle macellerie sono quelli tipici dell’estate come carni crude (battuta, tartare, albese) e petto di pollo - aggiunge Frascà - In calo, in particolare, quelli da cuocere arrosto, visto il caldo rovente di questa estate”. Più resilienti sono le macellerie che producono cibo da asporto, dove la riduzione delle vendite risulta minore rispetto alle classiche macellerie, in quanto commercializzano prodotti già pronti per il consumo, più pratici in estate. "Ma anche in questi esercizi si rilevano riduzioni di vendita di prodotti dal costo elevato”.

"In dieci anni quasi il 20% delle macellerie ha chiuso"

L’incertezza economica – spiega Frascà – fa prediligere tagli meno pregiati e questo non aiuta un settore che viene da anni e anni di crisi, durante i quali molte attività sono state costrette alla chiusura”. Fra il 2009 e il 2022 a Torino ha chiuso il 18,7% delle macellerie e la percentuale supera abbondantemente il 20% se si considera anche la provincia; fra il 2019 (ultimo anno prima della pandemia) e il 2022 le chiusure a Torino hanno superato il 6% e si sono attestate a poco più del 5% in provincia.

Il calo delle vendite – conclude il presidente Assomacellai-Confesercenti – e il continuo aumento dei costi di materie prime e servizi stanno strangolando i nostri esercenti che si trovano a fare i conti con margini sempre più bassi. Di questo passo, se non si interverrà al più presto con aiuti specifici, il settore continuerà a perdere imprese e occupati”.

redazione

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