(Adnkronos) -
La polizia israeliana ha rilasciato Sheikh Muhammad Hussein, Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, dopo averlo trattenuto per alcune ore in seguito al suo arresto all'interno del complesso della moschea di Al-Aqsa, a Gerusalemme Est. Secondo il Dipartimento delle dotazioni islamiche di Gerusalemme, citato da Anadolu, Hussein è stato fermato nel cortile della moschea subito dopo la predica del venerdì, in cui aveva condannato i crimini israeliani contro i palestinesi da Rafah a Jenin.
Dopo il rilascio, la Commissione palestinese per gli Affari dei detenuti ha reso noto che a Sheikh Hussein è stato vietato l’accesso ad Al-Aqsa fino a domenica e gli è stata notificata una convocazione per un ulteriore interrogatorio nello stesso giorno. Le autorità israeliane non hanno reso note le motivazioni ufficiali dell’arresto. "Restrizioni all’ingresso nel luogo sacro e fermi di predicatori musulmani da parte di Israele si ripetono ormai con frequenza - scrive Anadolu - in un clima di forti tensioni religiose e militari a Gerusalemme Est e nei Territori occupati".
"E' una brava persona, mi piace, fa il gioco di squadra, ma la buona notizia è che quello che dice non conta" ha detto Donald Trump, parlando di Emmanuel Macron, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento all'annuncio del presidente francese riguardo al riconoscimento dello Stato della Palestina il prossimo settembre. Un riconoscimento, ha detto ancora il presidente, "non ha importanza'.
"L'inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff aveva ragione. Hamas è l'ostacolo a un accordo per il rilascio degli ostaggi" scrive in un post su X il premier israeliano Benjamin Netanyahu, all'indomani della decisione di Stati Uniti e Israele di richiamare le proprie delegazioni negoziali a Doha. "Insieme ai nostri alleati statunitensi, stiamo ora valutando opzioni alternative per riportare a casa i nostri ostaggi, porre fine al regime terroristico di Hamas e garantire una pace duratura per Israele e la nostra regione".
Israele ha fatto sapere che nei prossimi giorni riprenderanno i lancio di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza con i paracadute. Lo ha rivelato all'Afp un funzionario israeliano, sottolineando che le operazioni saranno coordinate dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Giordania, già coinvolti in precedenti missioni di assistenza.
Secondo quanto riferito dal Times of Israel la prima operazione potrebbe avvenire già nelle prossime ore. Il comando militare israeliano ha confermato che la Cogat, l’amministrazione israeliana nei territori palestinesi occupati, ha dato il via libera al coordinamento con gli eserciti di Giordania ed Emirati. Si tratta, tuttavia, di un modello di distribuzione impiegato solo una volta dall’inizio del conflitto e fortemente criticato dalle organizzazioni umanitarie. Ong come Save the Children e fonti mediche locali hanno denunciato in passato gravi rischi per la popolazione: nel marzo scorso almeno cinque civili palestinesi sarebbero morti schiacciati dai carichi o nella calca generata attorno alle aree di atterraggio. "Questi metodi alternativi sono costosi, inefficaci e distolgono l’attenzione dalla sola soluzione reale: un cessate il fuoco immediato e duraturo con accesso sicuro e senza restrizioni agli aiuti umanitari", aveva dichiarato Save the Children.
"Il disarmo di Hamas è imperativo, Hamas non può avere alcun ruolo nel futuro di Hamas" si legge nella dichiarazione diffusa da Regno Unito, Francia e Germania in cui chiede "a tutte le parti di mettere fine al conflitto raggiungendo un cessate il fuoco" e "il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi" israeliani ancora in mano di Hamas. "E' arrivato il momento di mettere fine alla guerra a Gaza", si legge ancora nella dichiarazione dei leader dell'E3, che riaffermano "il nostro impegno per sostenere gli sforzi diplomatici di Stati Uniti, Qatar e Egitto" per arrivare ad "un cessate il fuoco negoziato" che è "la migliore possibilità di riportare gli ostaggi a casa e finalmente portare sollievo alla popolazione civile a Gaza".
"Noi siamo impegnati a lavorare con i nostri partner internazionali, compreso l'Onu per sviluppare un piano specifico e credibile per la prossima fase a Gaza, con un governo transitorio, accordi di sicurezza, che garantisca la consegna in larga scala di aiuti umanitari", continua la dichiarazione che sottolinea come questo debba essere accompagnato dal "ritiro delle forze israeliane e la rimozione della leadership di Hamas".
"Altri nove palestinesi sono morti di fame nelle ultime 24 ore a Gaza" rende noto il ministero della Salute della Striscia di Gaza, gestito da Hamas, come riporta Al Jazeera, aggiungendo che "sale così a 122 il numero dei decessi per carestia e malnutrizione registrati nella Striscia dall'inizio del conflitto con Israele".
L'esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso un uomo che avrebbe tentato di compiere un accoltellamento nei pressi di un insediamento israeliano in Cisgiordania. “Un terrorista armato di coltello ha tentato di compiere un accoltellamento nei pressi dell'insediamento di Shima”, si legge in una breve dichiarazione dell'Idf che ha aggiunto che un ufficiale presente sulla scena “ha sparato al terrorista e lo ha neutralizzato”, senza causare altre vittime.
Le operazioni dell'esercito israeliano e gli attacchi israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme Est hanno causato la morte di oltre 930 palestinesi dall'inizio del conflitto a Gaza. Secondo i dati delle Nazioni Unite, quasi 500 palestinesi sono stati uccisi nel 2024, mentre quest'anno oltre 120 persone sono rimaste uccise a causa dell'escalation del conflitto.