(Adnkronos) -
Salvatore Cuffaro si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Palermo, ma ha reso dichiarazioni spontanee. Il politico, accusato di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta, per il quale la Procura ha chiesta gli arresti domiciliari, non ha risposto alle domande della gip ma ha voluto rendere una breve dichiarazione spontanea davanti alla gip Carmen Salustro. Sarà adesso la giudice a decidere sulla richiesta di arresto per Cuffaro, che ha già lasciato il Tribunale senza parlare con i giornalisti. "Ho fiducia nella giustizia", le parole di Cuffaro all'arrivo in tribunale accompagnato dai suoi legali, gli avvocati Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano.
"E' stata eccepita l'inutilizzabilità della relazione di servizio dei Carabinieri del Ros" depositata dalla Procura di Palermo al gip. "E' stata fatta una questione formale". A dirlo, uscendo dal Tribunale è l'avvocato di Cuffaro, Di Bendetto.
La difesa di Salvatore Cuffaro, come si apprende, durante l'interrogatorio preventivo ha depositato una memoria scritta per rispondere "punto su punto" a tutte le accuse all'ex Governatore siciliano.
Sono 18 gli indagati, tra cui il leader di Noi Moderati Saverio Romano, che è stato interrogato ieri sera dalla Gip, respingendo tutte le accuse nei suoi confronti. Parlando della presunta segnalazione di una persona per un subappalto all'Asp Siracusa, Romano ha detto ai giornalisti: "Le contestazioni sono quelle nei capi di imputazione". Sull'appalto di Siracusa ha spiegato: "Non è accaduto, non c'è stata nessuna possibilità che potesse accadere, perché ab origine non c'era nessun patto tra me e questi signori, ovviamente. E, quindi, non ci poteva essere, posto che non c'era il patto, nemmeno una ricaduta sul patto". Secondo Romano, "il fatto al quale io devo necessariamente attenermi è che non c'è una sola intercettazione che mi possa riguardare. E anche nelle chat c'e' mai un riferimento a patti criminosi".
Agli atti della inchiesta c'è da qualche giorno anche una relazione di servizio dei carabinieri del Ros. Si tratta di uno 'sfogo' raccolto dai militari dall'ex Presidente della Regione all'indomani delle perquisizioni. Cuffaro ha detto ai militari che il direttore generale dell’Asp, Alessandro Caltagirone, sarebbe “uomo di Forza Italia” e che la accelerazione nella gara sarebbe stata frutto “dell’intervento di Romano Francesco Saverio”, come si legge nelle carte. Cuffaro si sarebbe limitato ad aiutare Mauro Marchese, rappresentante legale della Dussmann che vinse l’appalto, ma perché “in passato aveva avuto delle divergenze con l’ex direttore generale dell’Asp, Ficarra; Marchese lamentava il fatto che Ficarra non li facesse lavorare”, come scrivono i carabinieri. Oggi Cuffaro risponderà alle domande della gip di Palermo.
Il tenente colonnello Stefano Palminteri, l'ufficiale dei carabinieri indagato per violazione del segreto d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta, si sarebbe rivolto all'ex Governatore Salvatore Cuffaro per chiedergli un aiuto "per ottenere un incarico di direttore generale alla Gesap, la società che gestisce l'aeroporto Falcone e Borsellino". A scriverlo nella relazione di servizio sono i carabinieri del Ros all'indomani della perquisizione nell'abitazione di Cuffaro e la consegna della notifica di richiesta di arresto.
Cuffaro, dopo avere avuto notificato la richiesta di arresti domiciliari da parte della Procura, si è complimentato con i carabinieri del Ros manifestando il suo "compiacimento per le modalità con le quali erano state condotte le indagini in quanto minuziose e scevre da condizionamenti politici, cosa che, a suo avviso, non era avvenuta nella vicenda giudiziaria che lo aveva condotto in carcere anni addietro", scrivono i carabinieri del Ros nella relazione.
Le segnalazioni nel concorso sugli operatori sanitari? "Ho fatto una minc...", le parole di Cuffaro parlando con i carabinieri.
Uno dei filoni al centro delle indagini riguarda un concorso per operatore socio-sanitario (oss), indetto dall’Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo, con la procedura di stabilizzazione per 15 posti – bando formalmente approvato tramite delibera – che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato utilizzato per favorire candidati “segnalati”. La documentazione amministrativa dell’Azienda conferma la delibera che autorizzava 15 posti per oss tramite stabilizzazione.
Secondo l’accusa, alcuni protagonisti del sistema avrebbero ottenuto vantaggi attraverso nomine e gare pilotate. In particolare, viene indicato il ruolo attribuito a Vito Raso, storico segretario politico dell’ex presidente Cuffaro e oggi vicino ad ambienti della Giunta regionale, accusato di aver passato in anteprima le tracce della prova concorsuale ad aspiranti favoriti.