Elezioni europee a giugno, regionali anticipate a marzo. E’ l’ipotesi che circola nelle ultime settimane e che scuote il mondo della politica, in bilico tra interessi personali, ambizioni e conti.
Piangono le casse (se si vota in primavera)
La certezza, in questo quadro profondamente incerto, è una sola: se si dovesse optare per le elezioni regionali anticipate, a piangere sarebbero proprio le casse della Regione Piemonte. A scoperchiare il vaso di pandora, la capogruppo del M5s Sarah Disabato, che aveva richiesto a quanto ammontassero i costi aggiuntivi delle elezioni in primavera.
Il conto, seppur stimato perché calcolato sulle elezioni precedenti, ammonterebbe a 23 milioni di euro: 16 in più rispetto ai 7,4 spesi nel 2019, quando venne eletto il presidente Alberto Cirio. Un anno in cui si è ottenuto un risparmio dovuto alla realizzazione in house di parte del materiale elettorale, cosa ad oggi non più possibile.
M5S: "Sarebbe un salasso inutile"
“Andare alle elezioni anticipate regionali costerebbe ai cittadini piemontesi circa 23 milioni, mentre con l’election day l’esborso sarebbe di soli 7,4 milioni. Sono quindi 16 i milioni in più che sarebbero pagati dai cittadini piemontesi. E’ quanto emerge dalla risposta della Giunta ad una nostra interrogazione presentata oggi in Consiglio regionale” è l’attacco del M5s.
“L’unico lato positivo di questa vicenda è che la Giunta Cirio smetterebbe di fare danni 3 mesi prima” affermano sibillini Sarah Disabato, Ivano Martinetti e Sean Sacco.