(Adnkronos) - "Ogni anno, come Ail, investiamo oltre 20 milioni di euro in ricerca, assistenza e sensibilizzazione: più di 5 milioni per 114 studi territoriali e oltre 3,4 milioni per sostenere i centri di ematologia e trapianto, ma anche il paziente, in questa lunga marcia verso la guarigione". Così Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail, in occasione della Giornata nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma che si celebra il 21 giugno illustra "l’impegno concreto delle nostre 83 sezioni territoriali, che ogni giorno, dal 1969, sono accanto ai pazienti e alle loro famiglie: impegno continuo, mai interrotto, e che rappresenta un valore sociale, sanitario ed economico enorme".
Negli ultimi anni "abbiamo assistito a un’evoluzione straordinaria - spiega il presidente Ail - nuovi farmaci, anche biologici, diagnostica sempre più precisa, terapie mirate che offrono oggi prospettive impensabili solo qualche anno fa. A supportare tutto questo, investimenti concreti. Anche quest’anno abbiamo stanziato milioni di euro su un triennio per borse di studio e assegni di ricerca, in collaborazione con le società scientifiche. Finanzieremo personale sanitario dedicato alla ricerca: medici, data manager, biologi, figure essenziali ma spesso non riconosciute formalmente nelle piante organiche. A sostegno di questo percorso, c’è anche il Gimema, che promuove standard diagnostici e terapeutici di eccellenza per l’ematologia in Italia".
Sostenere la ricerca "è un impegno quotidiano, che portiamo avanti da oltre 50 anni - rimarca Totò - Un impegno che nasce da una visione, quella del professor Franco Mandelli, condivisa da colleghi in tutta Italia. Una visione collaborativa, anticipatrice, che ha trasformato l’ematologia italiana in un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale. Anche per questo, oggi siamo orgogliosi di rafforzare il nostro sodalizio con società scientifiche, enti e centri clinici. Informare con rigore, condividere le novità, parlare con trasparenza ai cittadini e ai pazienti: questo per noi è un dovere imprescindibile. Non basta curare, bisogna accompagnare. Dalla diagnosi alla guarigione – o alla gestione della cronicità – i pazienti hanno bisogno di ascolto, supporto, diritti", conclude.