(Adnkronos) - Il premio Oscar Nicola Piovani torna a chiedere maggiore attenzione per coloro che non desiderano ascoltare la musica 'passiva' quando vanno al supermercato o al ristorante, o in qualunque altro esercizio commerciale e non solo. E in un intervento pubblicato oggi su La Repubblica lancia una proposta: segnalare i locali senza 'tappeti musicali'. Il compositore ricorda di essere già intervenuto sul tema dodici anni fa sullo stesso quotidiano nella speranza "che additare questo costume - per me malcostume - della musica di sottofondo potesse suscitare un qualche consenso, creare un sentimento condiviso che ne rallentasse il dilagare".
"Invece - segnala - dopo dodici anni, il costume (malcostume) ha fatto passi da gigante: ormai non c'è luogo dove ci si possa difendere dal diffondersi straripante di questo blob musicale, da questa musica da parati che implacabilmente si insinua nel nostro vivere, nel nostro parlare, che ci impedisce di goderci in silenzio un bicchiere di vino, una partita a carte, una chiacchierata fra amici. In un bar uno schermo muto trasmette gli orrori di Gaza mentre in diffusione c'è una musichetta ballabile. L'horror vacui detta legge. Il silenzio sta diventando sempre più raro e prezioso".
Un fenomeno che, sottolinea, è sempre più accettato da chi frequenta i locali in cui c'è un sottofondo musicale. La maggioranza dice "ha diritto di godersi Arisa e Coltrane in sottofondo mentre sorseggia lo spritz, o aspetta il treno. La maggioranza va rispettata, e noi democraticamente la rispettiamo. Però mi è venuta un'idea. Chiedo: sarebbe troppo sperare che i locali senza tappeti musicali - ce ne sono - fossero segnalati, raggruppati nell'informazione? Se sul sito fossero contraddistinti come locali 'Sms' - Senza Musica di Sottofondo? - (o 'music free' per chi è più trendy.) Potremmo introdurre il simbolo nelle guide, facilitare la ricerca telematica, che ci aiuterebbe a saltare i locali musicarelli, nel rispetto di tutti. Perché in democrazia la sacrosanta maggioranza decide. Ma il sale della democrazia è anche il rispetto delle minoranze".