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Economia e lavoro | 13 maggio 2022, 18:00

Eurovision, protesta degli operai Lear per ricordare le crisi sotto i riflettori della musica

Manifestazione dei lavoratori della fabbrica di Grugliasco

Eurovision, protesta degli operai Lear per ricordare le crisi sotto i riflettori della musica

Una manifestazione sotto i riflettori destinati alla musica per ricorda che Torino è anche la città della manifattura e, in questi anni, vive una crisi che spesso non ha microfoni.

Per questo motivo i lavoratori della Lear di Grugliasco manifestano oggi davanti all'Eurovillage, per ribadire che l'attenzione non può scendere nemmeno di fronte a un evento di svago e divertimento come quello dell'Eurofestival. 

"In questi giorni a Torino si fa festa si celebra in allegria una delle più strabilianti forme di arte: la musica - dicono gli operai -. Torino è ancora la città dell’ayto, ma da almeno 15 anni per il mondo del lavoro, dell’industria, del settore Automotive è tutta un’altra musica. Una musica stonata, fatta di assenza di politiche industriali, di assenza d’investimenti, di promesse mancate e di piani industriali disattesi, 15 anniin cui siamo stati abbandonati da politica e istituzioni, 15 anni in cui si èblasciato fare ai datori di lavoro”.

"Quelli che vi parlano oggi sono lavoratori della Lear di Grugliasco, città della prima cintura torinese, area in cui sono insediate (o almeno lo erano) molte aziende dell’indotto Automotive che gravitano intorno al più grande stabilimento industriale d’Europa, il gigante Mirafiori. Abbiamo visto aziende chiudere, altre ridurre drasticamente le persone occupate, nostri amici e colleghi perdere il posto di lavoro. La nostra crisi è un mix di responsabilità indubbiamente collegata alla politica di dismissione, di riduzione delle vetture e dei modelli prodotti dal nostro unico cliente Stellantis, ma anche del nostro datore di lavoro (Lear) che non investe per creare nuove opportunità di lavoro con clienti diversi".

"Non c’è conversione all’elettrico, non c’è transizione ecologica senza una sensibilità e una sostenibilità sociale nelle scelte delle multinazionali. Purtroppo tutto si declina in base alle convenienze economiche ed alla massima riduzione dei costi, bisogna uscire da questa logica se si vuole evitare una macelleria sociale", concludono i lavoratori.

Massimiliano Sciullo

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