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Economia e lavoro | 28 marzo 2024, 06:56

Il Caat del futuro: più green, con un marchio di riconoscibilità e una strada verso la Francia

Anche la tutela della legalità tra i punti chiave del piano di sviluppo del Centro Agroalimentare più grande del Nord-ovest nei primi quattro mesi della nuova presidenza Galliati

Il Caat del futuro: più green, un marchio di riconoscibilità e una strada verso la Francia

Il Caat del futuro: più green, un marchio di riconoscibilità e una strada verso la Francia

Il Centro Agroalimentare Torino (Caat) di Strada del Portone guarda alla Francia e punta ad aumentare la sostenibilità e la sicurezza. Il piano di sviluppo 2023-2025 - ma con un occhio fino al 2027 - del grande mercato all'ingrosso è stato portato all'attenzione della terza commissione del Consiglio Comunale, per spiegare in che direzione si muoverà il terzo centro agroalimentare d'Italia controllato al 90% dal Comune di Torino.

Sostenibilità ambientale tra le priorità

Il nuovo presidente del consiglio di amministrazione Fabrizio Galliati, insediato a novembre dello scorso anno, ha spiegato che tra le priorità del Caat ci sarà aumentare la sostenibilità ambientale. "Il contrasto allo spreco alimentare è uno degli obiettivi principali delle linee strategiche di interventi dei prossimi anni - ha dichiarato in commissione - Quello che non può più essere consumato viene dirottato sul consumo animale. Un altro focus sarà rivolto alla valorizzazione del materiale organico al fine di ridurne i quantitativi gestiti come rifiuto e alla costituzione di una Comunità energetica rinnovabile (CER), con l’intento di migliorare l’autonomia energetica del Centro, e la costruzione di un impianto fotovoltaico".

Occhio sempre attento alla legalità

Anche la legalità è uno dei punti di maggior attenzione. In passato il Caat è finito nel mirino della 'ndrangheta: alcuni esponenti sono stati al centro di indagini e arresti per aver agito tra i banchi del mercato agroalimentare, e il presidente Galliati ha spiegato cosa può fare il Caat per limitare i rischi. "C'è una profonda analisi quotidiana su come possiamo fare per garantire correttezze all'interno del centro - ha commentato - Dobbiamo pensare che il Caat è un vero e proprio paese, ci sono 3000 persone al suo interno quindi si sviluppano attività commerciali con le loro dinamiche, tutte cose che non controlliamo ma possiamo monitorare. Il meccanismo di asseverazione è uno strumento che abbiamo al nostro arco, possiamo arrivare fino lì, poi promuoveremo presidi per contrastare fenomeni di illegalità. Chiediamo l'accesso alla banca dati nazionale antimafia, ma l'accesso è solo per gli enti pubblici e anche se Caat è al 97% di partecipazione pubblica è considerato un ente privato e per adesso non possiamo accedere alla banca dati".

Lo sguardo rivolto verso la Francia

A livello commerciale, il Caat proverà a diventare più internazionale. Il principale obiettivo è la Francia, individuato come un mercato importante con grandi opportunità di crescita. Nel corso del 2024 il Centro parteciperà a fiere francesi, come quella a Perpignan, per rafforzare la propria presenza sul territorio e per farsi conoscere, primo passo per ampliarsi in quel territorio.

Infine, l'annuncio della nascita di un marchio identificativo, per valorizzare la filiera che opera al Caat. Il marchio servirà a rendere più riconoscibile il Centro Agroalimentare e i prodotti che da lì transitano e arrivano sulla tavola dei consumatori torinesi e piemontesi.

Francesco Capuano

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