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Torino | 08 maggio 2021, 08:58

Il Café Müller vede la luce "nella selva oscura": stasera Zibetti celebra Dante dal vivo

In sala 35 spettatori consentiti, ma l'intero spettacolo sarà trasmesso in streaming da Fondazione Cirko Vertigo

Roberto Zibetti

Roberto Zibetti in "Una luce nella selva oscura"

Una luce nella selva oscura. Il titolo dello spettacolo che Roberto Zibetti porterà in scena l’8 maggio al teatro Café Müller di Torino - città nella quale è cresciuto - è quantomai attualerispetto al momento storico che stiamo vivendo. Lo spettacolo, che rientra nella stagione Solo in Teatro, diretta e ideata da Caterina Mochi Sismondi e prodotta da Fondazione Cirko Vertigo, sarà il primo del 2021 a essere fruibile anche dal pubblico in presenza alle ore 20.45, oltre che dagli spettatori che seguiranno la diretta, fissata alle ore 21 e, successivamente, l’on demand, su www.niceplatform.eu. Il teatro Café Müller di Torino, in accordo con le normative vigenti, potrà contenere 35 spettatori, a fronte di una capienza massima di 140 ma, tramite lo streaming, sarà possibile ampliare all’infinito la capienza del teatro, consentendo anche a coloro i quali non potranno prendere i biglietti fisici o per tutti gli spettatori provenienti da fuori Piemonte, di assistere allo spettacolo e a tutti quelli successivi.

I settecento anni dalla morte di Dante Alighieri sono per l’attore lo spunto per avviare un lavoro di riscoperta della Comoedia in termini di racconto sonoro e cinematografico. Come il raggio del proiettore, passando attraverso i fotogrammi in movimento di una pellicola, crea sullo schermo delle immagini cinetiche, così la viva costruzione drammaturgica ed emozionale di Dante, illuminata dall'alto, in forma di continua spirale filigranata, restituisce ai nostri sensi un racconto meraviglioso del "cammin di nostra vita", nonché dei molteplici livelli che lo compongono.

“Quella inscenata da Dante – racconta Roberto Zibetti – è una commedia del camminare, dell’andare verso, della necessità di avviarsi verso una destinazione oscura e anche dell’accettazione del ritorno. Oggi nel mondo artistico stiamo vivendo un po’ quello che sperimenta Dante nel suo viaggio. Porterò sempre nel cuore l’immagine di Luca Ronconi che, alla mensa del Piccolo Teatro, durante le prove della Lehman Trilogy, ci dice, con quella sua sempre così affettuosa e beffarda ironia, che avremmo dovuto abituarci a fare un teatro francescano. Credo che, oltre all’evidente povertà di mezzi, si riferisse anche ad una certa necessaria essenzialità d’intenti. Mi sembrano parole molto lucide ed anche assai profetiche. Diciamo, parafrasando il Poeta, che in questa storica ripartenza si parrà la nostra nobilitate”. 

Il primo canto dell'Inferno è quello programmatico, in cui il poeta illustra al lettore la preziosa cornice simbolica in cui sarà incastonato il racconto del suo salvifico viaggio all'interno di sé. In questa "messa in suono" del primo canto dell'Inferno, dopo un breve e disimpegnato proemio esplicativo di una ventina di minuti, la recitazione dal vivo del canto completo da parte dell’attore, circa 15 minuti, è calata in un'affascinante ambientazione sonora, che si deve all'estro di Raffaele Toninelli, in grado di restituire i paesaggi emotivi e fisici in cui il Poeta ambienta l'avvio della sua "opera sublime", come lui stesso era solito definire la lunga fatica compositiva cui si dedicò nel tempo del suo esilio, una volta cioè escluso dalla vita politica attiva della sua città. 

“La Divina Commedia è la storia dell’amicizia e della complicità fra due spiriti molto poetici, Dante e Virgilio, che mettono a confronto una visione cristiana ed una pagana del mondo – aggiunge l’attore - offrendo un affresco quantomai lucido e variegato dell’essere umano con le sue complessità. Il continuo scambio di argomenti tra i due, che sarà completato nel Paradiso dal punto di vista amorevole e illuminante di Beatrice, genera una successione iridescente di stati d’animo ai quali, con Raffaele Toninelli, abbiamo voluto dato una forma sonora. Come risultato, in questa scanzonata presentazione sensoriale del viaggio più famoso della storia, preambolo di un più ampio progetto di divulgazione dantesca, il sublime finisce spesso per toccarsi con il trash”.

Roberto Zibetti, come gli altri artisti che fanno parte della stagione Solo in Teatro, arriverà al live dopo una settimana di residenza artistica presso il teatro Café Müller. Quello di Solo in teatro è un nuovo modo di stare in teatro che vede coinvolti alcuni dei più grandi esponenti italiani e internazionali dei generi teatro-danza-musica e circo contemporaneo: ogni artista presenta una sua creazione di circa trenta minuti di un proprio Solo, che può essere un estratto di lavori precedenti o una nuova creazione, e che viene preceduto da un docufilm fatto con le riprese del dietro le quinte e le interviste all’artista, realizzate durante la settimana. Gli spazi del teatro si trasformano in questo modo in un “set cinematografico” e i materiali realizzati durante la residenza hanno come risultato finale una monografia, tra lo spettacolo dal vivo e il docufilm, che svela al pubblico aspetti inediti della professione dell’artista.

Redazione

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