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Attualità | 10 giugno 2022, 11:21

Pandemia, crisi economica e non solo: ecco cosa minaccia i giovani a rischio povertà educativa

Di Mascio (Forum terzo settore): "Problemi per i piccoli, ma anche per gli adolescenti, tra isolamento e tendenze al suicidio". Dalle Fondazioni bancarie 26 milioni che sono "lievitati" a 30 per attività di supporto

giovane in crisi

Pandemia, crisi economica e non solo: ecco cosa minaccia i giovani a rischio povertà educativa

Ventisei milioni di euro che sono diventati 30 e sono tornati sul territorio piemontese. Ecco l'effetto positivo che il mondo delle fondazioni bancarie ha generato nella lotta alla povertà educativa e ai bisogni dei bambini che vivono in famiglie in difficoltà. Difficoltà economiche, sociali, ma non solo. Ci sono problemi che hanno colpito in maniera trasversale, come la pandemia e l'isolamento.

"Il quadro non è per nulla allegro - dice Anna Di Mascio, portavoce del forum del Terzo settore - se ne parla poco e non si fa abbastanza, ma il fenomeno è in crescita. E quando ci sono situazioni di difficoltà nel reddito o di sfratto, l'attenzione all'educazione dei bambini viene meno. Hanno meno possibilità di accedere ad attività che possano farli crescere al meglio, sia in termini di studio che di sport e socialità. E questo può produrre dei danni di conseguenza".

Il grosso problema degli adolescenti

Per non parlare degli adolescenti: "Il disagio mentale è un forte aumento, insieme ai meccanismi di isolamento, di hikikkomori o tendenze al suicidio, ma anche devianze come la creazione delle baby gang e così via", aggiunge.

"Dal Pnrr chiediamo risorse ma soprattutto progetti che orientino un flusso continuativo e politiche pubbliche coerenti per aiutare le nuove generazioni. Torino è un comune che è sempre stato molto attento a questi temi, ma spesso ha pagato la scarsità di risorse", conclude Di Mascio.

Quaglia: "Rafforzare il senso di comunità con il contributo di tutti”

La povertà educativa rischia di generare e alimentare problemi di povertà aggregativa e di socialità dei minori: un mix potenzialmente esplosivo, come dimostrano anche i recenti fatti di cronaca. La collaborazione tra Terzo Settore, istituzioni pubbliche, Fondazioni e gli altri corpi intermedi della società è la leva essenziale per innescare processi positivi capaci di rimotivare i giovani: questa è la base per costruire e rafforzare il senso di comunità con il contributo di tutti”, afferma Giovanni Quaglia, Presidente della Fondazione CRT e della Consulta delle Fondazioni del Piemonte e della Liguria.

Le cifre dei servizi di supporto: coinvolti 36800 minori

Secondo il report della Consulta delle Fondazioni, dai 26 milioni stanziati a livello piemontese sono stati generati contributi per oltre 30 milioni. A Torino e provincia superano i 19 milioni.

Gli enti coinvolti sono stati 703, di cui 379 a Torino e provincia. I minori raggiunti sono 36800, di cui 4340 appartenenti a famiglie fragili a livello economico. Sono 3810 i minori con disturbi dell'apprendimento.

Massimiliano Sciullo

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