“Il tavolo del centrodestra si è riunito, nel pieno spirito di collaborazione, per ragionare insieme delle elezioni regionali e amministrative del prossimo anno. In un clima di coesione si è aperta una fase istruttoria per individuare i migliori candidati e dare mandato ai coordinamenti territoriali di definire programmi, candidature e coalizioni che valutino anche la presenza di liste civiche rappresentative di istanze territoriali specifiche.
Entro il mese di settembre il tavolo si riunirà nuovamente per condividere le scelte, valutando gli esiti degli incontri territoriali".
Così recita una nota congiunta delle forze di centrodestra, Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Udc, Noi Moderati, riunitesi lunedì a Montecitorio. Sin qui la versione ufficiale, secondo le retoriche modalità della comunicazione politica. In realtà, a voler scavare appena un po’, si scopre che qualcosa dal tavolo romano del centrodestra qualcosa è emerso.
I “quadrumviri” di Fratelli d’Italia, Giorgia e Arianna Meloni, Giovanni Donzelli e Francesco Lollobrigida sono ben decisi a chiedere agli alleati di Lega e Forza Italia – sulla scorta dei voti ottenuti alle politiche del 25 settembre – un riequilibrio di poteri in vista delle regionali 2024.
FdI vuole le candidature per le presidenze di Sardegna e Basilicata, mentre non avrebbe da eccepire su Piemonte e Abruzzo.
Autorevoli indiscrezioni riferiscono che Fratelli d’Italia, rappresentato dal responsabile organizzativo Giovanni Donzelli e dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, in quel contesto, avrebbe avanzato una prima precisa richiesta: non ricandidare il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, in quota Lega e far correre un esponente di Fratelli d’Italia.
Sia Lega che FdI avrebbero inoltre manifestato perplessità a Forza Italia su un secondo mandato di Vito Bardi, attuale governatore azzurro della Basilicata.
Sicuri della riconferma sarebbero invece Marco Marsilio in Abruzzo (Fratelli d’Italia) e Alberto Cirio in Piemonte (Forza Italia) “che non si candiderà dunque – puntualizzano alcune agenzie di stampa - per le elezioni europee”.
L’investitura a Cirio potrebbe arrivare già ad inizio ottobre quando – in occasione della kermesse “L’Italia delle Regioni” – verrà a Torino la premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
Le regionali del 2024 si annunciano come test elettorale importante, l’ultimo per i partiti prima delle europee: a febbraio si voterà in Sardegna mentre a marzo saranno chiamate alle urne Piemonte, Abruzzo e Basilicata.
Sempre che il governo non opti per l’election day accorpando regionali e comunali alle europee di giugno.
Capitolo a sé, ancora in alto mare, quello delle Province.
Su questo tema, Lega e Forza Italia vorrebbero che il ritorno all’elezione diretta avvenisse già il prossimo anno, magari in concomitanza con l’ampia tornata elettorale in calendario, mentre Fratelli d’Italia indugia.
La coperta è stretta – come si evince dalla discussione in corso sulla legge finanziaria – e la “riforma della riforma” delle Province richiede una cospicua disponibilità di risorse, difficili da reperire in questo momento.