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Politica | 12 settembre 2023, 19:51

La Sanità del Piemonte soffre di solitudine, Cimo: "In 5 anni persi 1500 professionisti"

Il sindacato dei medici denuncia turni massacranti e orizzonti di crescita ridotti al minimo. Cavalli: "Valuteremo il piano assunzioni annunciato da Cirio"

medici - foto d'archivio

Il sindacato regionale dei medici denunciano una dispersione delle presenze di professionisti

Quasi 1500 professionisti di cui si sono perse le tracce, all'interno del mondo della Sanità piemontese. E' questo l'allarme che lancia il sindacato CIMO-Fesmed Piemonte, sulla base della ricerca condotta negli ultimi 5 anni tra i professionisti piemontesi che operano in strutture sanitarie pubbliche. 

Anche in Piemonte, come nel resto del Paese, il personale sanitario che opera nelle strutture pubbliche è in netto calo. Nella nostra regione stimiamo una perdita secca di 1500 professionisti, il che si traduce in maggiori difficoltà a rispondere in modo tempestivo alle richieste dell’utenza”, ammonisce Sebastiano Cavalli, segretario del sindacato regionale dei medici.

Dal 2019 al 2021, dicono da Cimo, sono quasi 250 i medici che hanno lasciato le strutture ospedaliere pubbliche e nel mezzo ci sono state le assunzioni straordinarie fatte in piena emergenza Covid19. Oggi le stime del sindacato sono ancora più pessimistiche, complici i turni massacranti a cui sono sottoposti i medici ospedalieri e le condizioni economiche e di crescita professionale davvero poco incoraggianti. “Come sindacato auspichiamo che quanto dichiarato dal Presidente Alberto Cirio, in occasione della presentazione ufficiale dell’Osservatorio sul personale sanitario, coordinato proprio dalla Regione Piemonte, ovvero 2000 assunzioni entro il 2024, diventi presto realtà e in tal senso vigileremo con estrema attenzione. Puntiamo all’obiettivo di lavorare tutti e lavorare meglio, il che implica anche svolgere la professione in strutture sicure, funzionanti e dotate di tecnologie all’avanguardia. Il Piemonte in termini di eccellenza e sapere medico è tra i primi posti in Europa, dobbiamo alzare l’asticella anche dal punto di vista della qualità e soprattutto delle tempistiche di erogazione dei servizi all’utenza”. 

Massimiliano Sciullo

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