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Politica | 15 ottobre 2023, 07:03

A tu per tu con Alberto Preioni: “La Lega ha cambiato il Piemonte” [VIDEO]

Il capogruppo del Carroccio fa un bilancio di legislatura e lancia la sfida elettorale: “Sanità, canoni idrici, gestione Covid e non solo: abbiamo fatto tanto, i piemontesi lo capiranno”

Alberto Preioni

Alberto Preioni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale

Nel tavolo a fianco la scrivania, in una cornice importante, è presente una foto che dice tanto di Alberto Preioni, oggi capogruppo della Lega in Consiglio regionale. Il leghista proveniente dal Vco è più giovane di oggi e al suo fianco c’è quell’Umberto Bossi che per la Lega non è solo un leader storico, ma anche un punto di riferimento.

Di tempo da quello scatto ne è passato parecchio, così come tanto tempo è trascorso da quando nel 2019 la Lega fece incetta di voti in Piemonte, consegnando la Regione in mano ad Alberto Cirio. Dopo 4 anni e mezzo di legislatura, con un mandato che si avvia alla conclusione, è tempo di bilanci anche per Preioni e la sua squadra.

Presidente Preioni, siamo ormai giunti al termine della legislatura: 4 anni e mezzo di lavoro, con la Lega protagonista in Consiglio regionale e in Giunta, cosa la soddisfa di quanto fatto fino ad ora?

La Lega è stata la forza trainante in questo Consiglio regionale, nel 2019 le urne ci hanno dato il 37% perché Salvini è stato l’unico in Italia a bloccare gli sbarchi. Tutto è passato attraverso noi, attraverso i nostri uomini: 7 persone in Giunta, il presidente del Consiglio, 23 consiglieri (poi diventati 22). Insieme a Cirio siamo stati protagonisti di questa stagione. C’è stato il Covid, momenti difficili e complessi, che il Piemonte ha superato bene: senza una struttura sanitaria, siamo riusciti a organizzarla in poco tempo. L’Azienda Zero, una legge a mia prima firma, ha ristrutturato la sanità piemontese. Come Lega, se penso a un provvedimento incisivo, mi vengono in mente i canoni idrici che è il vero provvedimento autonomista, approvato nel 2020.

In cosa consiste?

I territori che producono energia elettrica, in particolare il Verbano Cusio-Ossola, ma anche Torino e Cuneo, ricevono dal 2020 delle cifre importanti: il Vco riceve 12 milioni di euro. Il 50% delle concessioni del grande idroelettrico vanno a Torino e Cuneo. Sono risorse che arrivano ai territori, alla provincia, importante per salvare l’ente: se oggi asfaltiamo le strade, rifacciamo le scuole, è grazie a queste risorse importanti. Abbiamo posto rimedio a una ferita aperta, si tratta di risorse che vengono prodotte sul territorio ed è giusto che ne beneficino i cittadini, nell’ottica autonomista.

Non le chiedo se ha un rimpianto, ma cosa può essere ancora fatto in futuro?

Bisogna portare a termine l’ossatura che abbiamo messo in campo in questi anni in tema sanitario. La sanità ha sofferto durante la pandemia, oggi sono in programma 8/9 ospedali, il rifacimento dell’ospedale di Domodossola e Verbania con 200 milioni di euro a fondo perso. Queste opere devono essere cantierizzate e i cittadini devono assolutamente fruirne, questo è un nostro impegno. Ci sono poi i fondi del Pnrr per le case e gli ospedali di comunità. La burocrazia italiana è lenta e complessa, ma questa Giunta e questo Consiglio regionale stanno mettendo il piede sull’acceleratore, anche grazie all’Azienda Zero.

Poi abbiamo la mancanza dei medici e degli infermieri: c’è un piano straordinario da oltre 175 milioni di euro per assumere 2.000 professionisti, sono stati stabilizzati più di 1.100 sanitari che hanno prestato servizio durante il Covid. Molto è stato fatto e molto ancora deve essere fatto e realizzato. Ridurremo le liste d’attesa, superando lo strascico del Covid. Nessuno ha la bacchetta magica, nemmeno il centrosinistra. Il pragmatismo della Lega significa risolvere i problemi quando si palesano.


Lei prima ha citato un concetto importante, l’autonomia. Si dice spesso che l’autonomia o si fa adesso con il ministro Calderoli o si rischia che questo treno passi una volta per tutte. Quanto sarebbe importante per il presente il futuro del Piemonte?

Naturalmente siamo autonomisti e regionalisti convinti. Abbiamo una Regione ben amministrata, dobbiamo portarla al livello di Veneto, Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna che hanno ottimi bilanci. L’autonomia è solo una presa di responsabilità, perché più avviciniamo i centri di spesa ai cittadini più i cittadini controllano come vengono spese queste risorse. Abbiamo 8 miliardi di residuo attivo che ogni anno finiscono a Roma: 8 su 20 miliardi di bilancio, pensate che svolta potrebbero rappresentare. Nel solco autonomista abbiamo fatto la legge sui canoni idrici, c’è la normativa per mandare a gara il grande idroelettrico, le grandi dighe, che essendo proprietà pubblica andranno a gara e porteranno nelle casse della Regione Piemonte almeno 200 milioni di euro. Risorse che utilizzeremo per la sanità, siamo sicuri che gestendole a casa nostra le spederemo bene.

 

Si è da poco svolto il raduno di Pontida. Quali segnali ha ricevuto, anche in vista delle prossime elezioni regionali?

Pontida è una festa di popolo, la Lega è un partito popolare, con origini federaliste. Un partito in grado di organizzare grandi manifestazioni, che ricaricano. Non lo neghiamo: non viviamo il periodo splendido del 2019, quando fummo in grado di ottenere il 34% a livello nazionale. Oggi c’è un’ottima premier, Giorgia Meloni, che con il suo partito intercetta anche parte del nostro elettorato. Ma siamo convinti che in Piemonte abbiamo molto da dire: abbiamo lavorato bene con 7 assessori, 22 consiglieri e il presidente del Consiglio regionale, la Lega è stata super protagonista con il presidente Cirio. Abbiamo tanto da dire, da raccontare quanto è stato fatto.

Le cose positive sono passate tutte dai nostri uomini: i piemontesi, che apprezzano Cirio, capiranno che senza la Lega il cambiamento in Piemonte non sarebbe stato possibile. Una legislatura non basta, servono due o tre mandati per porre radici solide e far capire che il Piemonte è ampio. Serve attenzione ai territori, alle province. Siamo passati dall’anti politica becera che voleva eliminare le province e le comunità montane. Oggi si parla di rimettere al centro questi enti territoriali, noi l’abbiamo sempre pensato. L’autonomia locale e la gestione della risorse a livello locale è più efficiente.

Facendo un bilancio, è soddisfatto del suo mandato come capogruppo?

Sono stati certamente anni complessi, ma penso di essere cresciuto dal punto di vista personale perché gestire una “pattuglia” così grande, la più ampia delle altre regioni, sia stata una bella sfida. Come capogruppo ho affrontato i temi più svariati. Con responsabilità abbiamo tenuto in piedi la maggioranza  senza fare i matti, senza volare alto. L’aula del Piemonte è un piccolo parlamento: confrontarmi con i colleghi, anche dell’opposizione, penso sia stato arricchente. Ho portato molti risultati anche per il mio territorio, a Lega è un partito molto territoriale.

Io sono l’unico rappresentante del Vco e credo che siano stati risolti temi importanti: abbiamo risolto la questione canoni idrici, abbiamo portato 200 milioni a fondo perduto per gli ospedali, salvato il distretto turistico dei laghi, stabilizzato il centro ortopedico di quadrante dopo una battaglia di 20 anni. Non ho però pensato solo al Vco: cito Azienda Zero, il bonus Riparti Piemonte. E poi le leggi sulla festa del Piemonte, sulla lingua identitaria. Iniziative importanti per noi, per definire la nostra storia: chi non conosce la propria storia non ha futuro e su questo tema la Lega ne ha fatto una bandiera.

Andrea Parisotto

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