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Economia e lavoro | 20 ottobre 2023, 07:00

Ogni piccola azienda torinese produce 24 tonnellate di scarti: Rivoli, Collegno e Grugliasco vogliono provare a recuperarli

Coinvolte 50 ditte della prima cintura di Torino: l'iniziativa di Cna si chiama "inPerfetto". Dalla meccanica al legno, dagli impiantisti all'alimentare

asse di legno con mano che lo lavora

Sono tanti gli scarti di lavorazione per le piccole e medie aziende

Dare una nuova vita agli scarti delle aziende. Sono quasi le 50 ditte - dal settore della meccanica a quello del legno-serramenti, fino a impiantisti e alimentare - che partecipano a inPerfetto, il progetto che Cna ha lanciato sul territorio per dare un valore a ciò che rimane dalle attività di lavorazione.

Coinvolti i Comuni di Rivoli, Collegno e Grugliasco. “I primi risultati sono incoraggianti perché se pur da una parte indicano che è necessario aiutare le imprese a rendersi conto di quanti rifiuti producono, di qual è il loro costo e di come massimizzarne il valore sottraendoli alla discarica, rilevano anche che nella metà dei casi secondo le aziende lo scarto potrebbe diventare un sottoprodotto o diventare nuova materia prima”, commenta Nicola Scarlatelli, presidente di Cna Torino e titolare della Samec Srl, una delle aziende del progetto che produce circa 20 tonnellate di rifiuto l’anno.

Una ricerca di Cna rileva che, in media, queste imprese producono ciascuna ogni anno 24 tonnellate di scarti di produzione: una quantità notevole, ma forse addirittura stimata per difetto. I rifiuti sono perlopiù sfridi di lavorazione, ma possono rappresentare il punto di partenza per avviare un miglioramento della produzione e un eventuale riutilizzo e in tal senso dovranno essere ulteriormente indagati. 

“Premesso che gli scarti di lavorazione possono essere sicuramente contenuti, ma non azzerati del tutto, la domanda da porci è come integrare i processi produttivi e decisionali a monte e non a valle della filiera? Perché solo in questo ultimo modo possono dar vita ad una vera economia circolare, in cui stabilimenti di filiere differenti interagiscono per massimizzare il riutilizzo di risorse normalmente considerate rifiuti”, dichiara Filippo Provenzano, segretario di Cna Torino che aggiunge: “Sarebbe poi necessario riconsiderare la disciplina dei “sottoprodotti” (riutilizzo nei processi produttivi come materie prime seconde), che induce le imprese a gestire come rifiuti anche materiali e scarti che potrebbero essere reimmessi nel processo produttivo, con un addendum di costi e carico amministrativi”.

Dalla ricerca emerge che la difficoltà principale riscontrata dalle imprese nel riutilizzo o riciclo degli scarti è la complessità del processo di riciclo e le normative limitanti. Altre caratteristiche comuni alle aziende sono: la necessità di sostenere costi di smaltimento degli scarti, l’esigenza di rilevare e valorizzare gli scarti e la consapevolezza che gli scarti di lavorazione solo in minima parte sono un difetto di qualità.

Con l’obiettivo , quindi, di partire dal territorio e far diventare lo scarto nuova risorsa per il territorio è stato firmato, lo scorso 14 giugno, a Torino il protocollo d’intesa tra Aipec, CNA Torino, Movimento Mezzopieno – Semi Onlus e Sermig Rete per lo sviluppo sostenibile Onlus per dare vita a una nuova cultura dello scarto denominata inPERFETTO.

Massimiliano Sciullo

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