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Economia e lavoro | 25 agosto 2024, 18:04

Il caffè è un piacere che al bar potrebbe arrivare a costare 2 euro

All'origine del problema il cambiamento climatico, che entro il 2050 ridurrebbe i campi coltivabili del 50%. Un'arma a doppio taglio, che potrebbe portare ad una drastica riduzione dei consumi

Il caffè è un piacere che al bar potrebbe arrivare a costare 2 euro

Il caffè è un piacere che al bar potrebbe arrivare a costare 2 euro

"Il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?". Così recitava Nino Manfredi nello slogan pubblicitario di una nota marca di caffè negli anni '90, quando al bar una tazzina costava 1400 Lire, l'equivalente di 0.72 euro.

Sono passati trent'anni ed oggi il prezzo di un "buon caffè", che ahimè il più delle volte tanto buono non è, al bancone costa in media da 1.30 fino ad 1.50 euro la tazzina. Cifra che potrebbe presto impennarsi ulteriormente, fino a raggiungere quota 2 euro.

La notizia è trapelata nei giorni scorsi e rilanciata dall'agenzia Ansa. Ma quali sono le ragioni che potrebbero portare la tazzina a toccare i 2 euro? Il prezzo del caffè all'origine è molto volatile: oggi costa 245 centesimi per libbra, ma appena un anno fa il prezzo era inferiore del 66%. Rispetto a tre anni fa l'impennata è stata addirittura del 100% . Un'enormità.  Questo ha fatto sì che anche il prezzo finale subisse un ritocco, che al bancone dei bar è stato tutto sommato contenuto, il 15%.

Secondo una delle più prestigiose marche italiane di caffè, tra le ragioni dell'aumento ci sarebbe il cambiamento climatico in atto sul nostro pianeta, che entro il 2050 potrebbe anche portare a ridurre i terreni utili per la coltivazione del 50%. All'origine del problema piogge torrenziali e siccità.

Ma non solo. Anche la spinosa questione del canale di Suez, nel quale transita circa il 10% del commercio mondiale, compresa una quota significativa del caffè consumato in Europa e negli Stati Uniti, avrebbe un ruolo chiave.

Ragioni sulla carta giustificate, che nella pratica potrebbero però diventare arma a doppio taglio per baristi e consumatori finali. L'eccessivo aumento potrebbe addirittura "ammazzare" il consumo di caffè: se è vero come è vero che gli italiani sono dei consumatori abituali della preziosa bevanda nera, un aumento così elevato non escluderebbe una riduzione anche drastica dei consumi.

Chi è abituato a prendere 3 caffè al giorno dovrebbe bilanciare almeno 6 euro, sempre che non decida di "offrirne" qualcuno a colleghi o amici. Davvero un po' troppo per stipendi fermi da tanto tempo.

Cesare Mandrile - TargatoCn

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