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Economia e lavoro | 15 settembre 2024, 08:00

L'export adesso spaventa, dopo anni di accelerazioni. Crollati gli affari del Piemonte: -4,6%

Il primo semestre ha pagato il conto soprattutto per gli autoveicoli

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Brusca frenata delle esportazioni nei primi sei mesi del 2024 per il Piemonte

Un calo netto, una frenata che lascia sulla strada un segno difficile da cancellare. Le esportazioni piemontesi regalano un giro di boa nel 2024 piuttosto preoccupante. Lo dice l'ultima rilevazione di Unioncamere Piemonte che quantifica da gennaio a giugno un valore delle merci esportate pari a 31,4 miliardi di euro, ma anche un dato in calo del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2023.

I segnali, però, c'erano tutti: già nel primo trimestre si era registrata una contrazione del 2,1%, ma ora le cose vanno ancora peggiorando. E nel periodo aprile-giugno 2024 si è arrivati a -6,8%. Nello stesso periodo il valore delle merci importate è stato pari a 23,7 miliardi di euro, il 10,2% in meno rispetto al semestre gennaio-giugno 2023.

"Il dato sull’export piemontese, che registra una flessione del -4,6% nei primi sei mesi del 2024, ci impone una riflessione attenta e profonda. È evidente che il contesto economico internazionale stia mettendo a dura prova il nostro tessuto produttivo. Nonostante questo scenario sfavorevole, il Piemonte dimostra una certa resilienza, grazie alla buona performance dei settori alimentare e tessile. Questi comparti, storicamente legati al nostro territorio, confermano la loro vitalità e la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato globale. È però necessario mettere in campo azioni immediate e coordinate per sostenere le imprese piemontesi, in particolare quelle più esposte alla crisi", dice Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.

In questo contesto, il Piemonte si conferma la quarta regione esportatrice, con una quota pari al 9,9% dell’export nazionale, pur avendo registrato un risultato complessivamente più negativo sia del dato italiano (-1,1%) che di quello ripartizionale (-3,5%).

La contrazione delle esportazioni piemontesi, in questi primi sei mesi del 2024, ha riguardato la maggior parte dei settori di specializzazione. I mezzi di trasporto rappresentano, anche nel periodo gennaio-giugno 2024, il settore più rilevante per il commercio estero piemontese, generando poco meno di un quarto del totale delle esportazioni (23,2%). Questo comparto, che nella prima parte del 2024, ha segnato una forte contrazione anche in termini di produzione industriale, registra nel I semestre 2024 una consistente flessione delle vendite oltre confine (-16,2%). Il risultato complessivo del comparto risulta profondamente condizionato dalla diminuzione della vendita di autoveicoli (-29,7%).

La componentistica autoveicolare flette del 2,0%, mentre continuano a vivere una fase espansiva i prodotti dell’aerospazio (+4,1%). L’industria meccanica si colloca in seconda posizione per incidenza sull’export regionale (18,2%) e registra una flessione più contenuta (-0,8%) rispetto al I semestre 2023. In terza posizione, con una quota del 13,1%, si trovano i prodotti alimentari e delle bevande che, in controtendenza e in continuità rispetto ai primi tre mesi dell’anno, conseguono una crescita del 3,6%. Il comparto tessile evidenzia un aumento delle vendite all’estero del 12,3%, grazie all’ottima performance esibita dall’abbigliamento (+28,2%) e dagli articoli in pelle (+45,0%); i prodotti tessili segnano, invece, una contrazione (-13,3%).

Diversi gli andamenti tra le varie regioni. Torino ha registrato una flessione di intensità superiore a quella media piemontese (-10,8%). Cuneo, seconda realtà per contributo fornito alle vendite oltre confine, ha, invece, messo a segno un incremento tendenziale del 5,2%. La dinamica positiva accomuna anche i territori di Novara (+4,8%), Vercelli (+9,1%) e Vco (+1,1%), mentre Alessandria (-3,3%), Asti (-5,7%) e Biella (-14,2%) scontano flessioni dei valori delle merci esportate.

Massimiliano Sciullo

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