“Da oltre un mese più di trenta tra lavoratrici e lavoratori di Postalcoop a Grugliasco (To) sono in mezzo a una strada, senza stipendio e senza possibilità concrete di riprendere il lavoro. Postalcoop è in amministrazione giudiziaria dopo essere stata accusata dalla Procura di Torino di aver frodato il fisco e operato con diversi gravi illeciti attraverso un sistema di subappalti. L'unica speranza per decine di famiglie è l’attivazione degli ammortizzatori, per quanto riguarda il futuro, invece, nessuna prospettiva”. È la denuncia di Slc Cgil e Cgil nazionale.
La categoria fa sapere che “in queste settimane, a partire dalle nostre strutture territoriali, abbiamo richiamato tutti i soggetti interessati a farsi carico del problema: Opera Delivery, che dava il lavoro in subappalto a Postalcoop, Nexive, la centrale degli appalti di recapito di Poste, e la capogruppo Poste Italiane. Nessuno è stato in grado di trovare una soluzione, benché il problema non sia la mancanza di lavoro. Anzi – spiegano – i pacchi che fino a poco tempo fa venivano gestiti dai lavoratori di Postalcoop in questi giorni sono stati recapitati”.
“Una soluzione poteva essere trovata”, sostengono il segretario confederale Cgil Pino Gesmundo e il segretario nazionale di Slc Nicola Di Ceglie. "Diverse settimane fa abbiamo chiesto a Poste Italiane l’apertura di un focus su questi appalti: l'implementazione del Piano industriale di Poste, con la riorganizzazione complessiva della logistica e del recapito di tutto il Gruppo, comporterà infatti pesanti ricadute sulla filiera degli appalti. A oggi non abbiamo ricevuto risposta". “La vicenda di Postalcoop - proseguono i dirigenti sindacali - è chiaramente da attribuirsi al comportamento dell'imprenditore sotto inchiesta. Fatto sta che il sistema degli appalti e dei subappalti finisce spesso col produrre efficienze e risparmi per la committenza e problemi per i lavoratori e le lavoratrici, anche in Poste Italiane”.
"Nexive e Poste devono cambiare atteggiamento, non siano sempre i lavoratori in appalto, i più deboli, a pagare il prezzo più alto. La responsabilità sociale si dimostra con i fatti e non con generiche dichiarazioni d’intento”, aggiungono Gesmundo e Di Ceglie. “Ci aspettiamo una convocazione urgente – concludono – per costruire percorsi e trovare soluzioni che affrontino i problemi prima che sia troppo tardi. Nel frattempo, non lasceremo soli i lavoratori e le lavoratrici di Postalcoop, e continueremo ostinatamente a cercare una soluzione insieme alle nostre strutture di Torino e Piemonte”.
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