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Ultim'ora | 29 settembre 2025, 13:42

Strage Paderno, 17enne ha agito "con lucidità e freddezza": motivazioni della sentenza

Strage Paderno, 17enne ha agito "con lucidità e freddezza": motivazioni della sentenza

(Adnkronos) - Un piano "organizzato nel dettaglio" con l'obiettivo di "eliminare i legami familiari (andarsene ad arruolarsi in Ucraina)". Un progetto che ha cambiato in corso d'opera - quando la prima coltellata al fratello ha svegliato i genitori - ma che ha portato a termine con una "lucidità e freddezza rilevanti". E' uno dei passaggi delle motivazioni del Tribunale per i minorenni di Milano che lo scorso giugno ha condannato a 20 anni di carcere Riccardo C., l'allora diciassettenne che nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre 2024 sterminò a coltellate la famiglia - la madre Daniela, il padre Fabio e il fratello di 12 anni - nella villetta dove vivevano a Paderno Dugnano, comune alle porte di Milano.  

Il giudice pur tenendo conto delle attenuanti generiche e della minore età, ha ritenuto sussistere la premeditazione e non ha riconosciuto invece il vizio parziale di mente certificato da una perizia.  

Nelle motivazioni di circa 50 pagine si sottolinea come nonostante il risveglio dei genitori, provocata dalla morte non immediata del fratello, il minore "ha deciso di procedere nell'atto omicidario, anche attuando una modalità elaborata in quel momento, frutto di una lucidità e freddezza rilevanti, ossia attendere l'arrivo della coppia genitoriale all'interno della cameretta per sfruttare l'effetto sorpresa e così agire nella certezza del raggiungimento dell'obiettivo".  

Quando nell'immediatezza dei fatti Riccardo è riuscito a comprendere dal nonno che la sua posizione si stava compromettendo agli occhi degli investigatori, "se ne è assunto la responsabilità riportandola tutta al progetto di immortalità", ma nel suo comportamento "non si evidenzia quello stato di instabilità psichica tale, cosi estremo, da avergli impedito non solo di comprendere ciò che stava facendo, ma anche di orientare diversamente il suo agire, necessario per poter concludere per una riduzione della capacità di volere". 

Il collegio concorda che l'imputato fosse guidato da un pensiero "stravagante, perché è di tutta evidenza che credere di raggiungere l'immortalità attraverso l'eliminazione della propria famiglia non sia un proposito sano", ma tale pensiero "era, sì, bizzarro ma ancora sotto il controllo di Riccardo ed egli ha scelto di alimentarlo e ha agito coerentemente con quell'idea" dettata da "una grossa dose di rabbia ed odio narcisistici accumulati ad ogni frustrazione, che hanno fatto si che l'atto si compisse con cotanta aggressività espressa".  

Un tale "accanimento e varietà delle lesioni (soprattutto nei confronti del fratello e della madre) non può non avere come 'benzina'" che tali sentimenti, sottolineano i giudici.  

Comunque, dall'esame del funzionamento mentale di Riccardo "non si ravvede alcuna evidenza di una condizione psichica di instabilità e di ingovernabilità", dato che "ha mantenuto lo stesso livello di organizzazione mentale durante le diverse fasi del delitto, non apparendo in alcun momento dissociato o soggetto ad alcuno scompenso rispetto ale sue intenzioni, che erano quelle di eliminare i familiari, secondo un piano ben organizzato, frutto dell'intelligenza di condotta dimostrata ed applicata" conclude il Tribunale per i minorenni. 

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

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