ROMA (ITALPRESS) - Dalla scorsa primavera, i prezzi delle attività più rischiose nei mercati finanziari internazionali sono "notevolmente saliti" e "la volatilità è tornata su livelli molto bassi, nonostante la perdurante incertezza e le tensioni geopolitiche". Il rischio di "correzioni improvvise è aumentato", soprattutto "qualora le valutazioni si discostassero dai fondamentali economici", ma "gli investitori appaiono particolarmente fiduciosi, malgrado l'elevata incertezza del quadro macroeconomico globale e i profondi cambiamenti in ambito geopolitico". E' il quadro tracciato dal secondo Rapporto di Stabilità Finanziaria del 2025 di Bankitalia.
In Italia, i rischi per la stabilità finanziaria riconducibili a fattori interni "permangono contenuti", mentre "sono non trascurabili quelli connessi con l'instabilità a livello internazionale". Il quadro macrofinanziario "è rimasto complessivamente stabile rispetto allo scorso aprile" e beneficia "della moderata ripresa del credito, della tenuta dei redditi da lavoro, della bassa disoccupazione, della prudente impostazione della politica di bilancio, del contenuto debito privato e della posizione creditoria netta sull'estero". Le prospettive di crescita "restano tuttavia contenute e soggette a rischi legati prevalentemente a fattori esterni", rileva il Rapporto. "Da un lato, la tenuta dei redditi da lavoro, la bassa disoccupazione, la posizione netta sull'estero largamente creditoria e il debito privato contenuto costituiscono elementi di forza. Dall'altro lato, l'elevato debito pubblico rimane un fattore di vulnerabilità.
Per assicurare una sua significativa riduzione in rapporto al prodotto sarà necessario combinare azioni concrete per sostenere la crescita con il mantenimento della prudente gestione delle finanze pubbliche, uno dei fattori alla base delle recenti revisioni al rialzo del merito di credito del Paese".
Per le famiglie "i rischi restano contenuti". L'incertezza sulle prospettive economiche "si riflette su una propensione al risparmio ancora superiore ai livelli precedenti la pandemia", spiega Bankitalia. "Nonostante l'accelerazione del credito, l'indebitamento in rapporto al reddito ha continuato a ridursi, portandosi su valori storicamente bassi. La dinamica dei prestiti riflette soprattutto quella dei mutui, erogati prevalentemente a tasso fisso". Per le imprese, le condizioni finanziarie delle imprese "rimangono complessivamente buone, sostenute dalla redditività e da un indebitamento che ha continuato a ridursi in rapporto al PIL".
Anche il credito "ha mostrato segnali di ripresa, dopo una fase di contrazione iniziata nel 2023". La crescita "è stata trainata dalle grandi imprese, ma si è osservata anche per quelle più solide tra le minori". Complessivamente, "le condizioni finanziarie delle imprese rimangono buone, sostenute dalla redditività e da un indebitamento che ha continuato a ridursi in rapporto al PIL". L'andamento del credito finora ha "risentito in misura limitata dell'innalzamento dei dazi statunitensi": dalla fine dello scorso anno, rileva Bankitalia, la domanda di finanziamenti da parte delle imprese attive nei settori più esposti alle tensioni commerciali con gli Stati Uniti è stata "solo leggermente inferiore rispetto a quella relativa al resto dell'economia".
Le condizioni del sistema bancario "sono nell'insieme solide. Gli indicatori di mercato rimangono favorevoli e migliori di quelli dei principali intermediari dell'area dell'euro. La redditività, ancora elevata nell'anno in corso, è prevista in moderata diminuzione nel prossimo biennio". Per il settore assicurativo, "la patrimonializzazione si è rafforzata. E' proseguito il miglioramento della redditività e delle condizioni di liquidità, favorito dal significativo incremento della raccolta premi e dalla diminuzione dei riscatti".
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