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Economia e lavoro | 09 giugno 2022, 17:50

Economia, niente montagne russe (per ora) in Piemonte. Ma la guerra farà alzare i prezzi

Il clima di fiducia resta alto, ma le imprese pensano a ritoccare i valori di vendita e a cercare nuovi fornitori. Nel primo trimestre la produzione fa +5,2%

lavoratori azienda - foto di archivio

Economia, niente montagne russe (per ora) in Piemonte. Ma la guerra farà alzare i prezzi

Difficoltà solo per un'impresa su due, in termini di reperimento di materie prime, mentre l'export non dà particolari timori. Più pesante l'effetto sui costi dell'energia. Ecco le sensazioni delle imprese piemontesi alla luce delle difficoltà sul fronte della guerra che la Russia ha scatenato in Ucraina.

Numeri buoni, ma prezzi in rampa di lancio

Preoccupazioni che però, anche in termini cronologici, non compaiono ancora nei dati del primo trimestre 2022, anche se volatilità e prezzi di materie prime erano già in atto. La manifattura tuttavia mostra un +5,2% rispetto al recente passato, in linea con il +5% dello stesso periodo del 2021, ma in diminuzione rispetto al +10,3% medio realizzato durante tutto l'anno passato. Positività che riguarda un po' tutti i territori, con Torino perfettamente in linea (+5,2%) e Biella a tirare il gruppo con un +8%.

E anche il clima di fiducia per il resto dell'anno non sembra essere intaccato dalla crisi a Est dell'Europa. Anche se tra le strategie che le imprese intendono mettete in campo ci sono, insieme alla ricerca di canali di approvvigionamento differenti, anche un aumento dei prezzi.

Bertolino: "Numeri non così negativi"

"I numeri non sono così negativi come si poteva temere, anche se le cose dovevano ancora cambiare rispetto all'attualità - spiega Paolo Bertolino, segretario generale di Unioncamere Piemonte - ma adesso i trimestri che stiamo vivendo non sono facili. Soprattutto per la guerra, anche se non si tratta di mercati particolarmente legati alle aziende del nostro territorio e sono le aziende del centro Italia a soffrire di più".

L'analisi economica con tanti segni "più"

Accanto alla produzione, anche gli altri parametri economici sono in crescita: dagli ordinativi (interi a +5,6 ed esteri a +7%) al fatturato (+11,3% nel totale, con l'estero che va a +15,9%, ancora grazie all' aerospazio), con un grado di utilizzo degli impianti al 71,5%. Tuttavia i risultati piemontesi sono peggiori di quelli di Veneto (+8,9%) e Lombardia (+10,7%).

Tra i settori, in coda al tessile biellese (+12,4%) spiccano mezzi di trasporto, spinti soprattutto dall'aerospazio (+9,9%) e Legno e mobili (+9,1%). Sopra la media anche Elettricità ed elettronica (+6,1%). Chiude la fila l'alimentare, che aumenta comunque del 3%. Bene soprattutto le grandi aziende, che crescono più e meglio di medie e piccole.

Emerge qualche segnale di lentezza nella ripresa in alcuni comparti - commenta Sergio Bava, direttore commerciale Imprese Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo -. Il conflitto russo-ucraino richiede ulteriori azioni di accompagnamento delle imprese, in particolare per quelle già duramente colpite dagli effetti delle restrizioni. La transizione digitale ed ecologica può davvero agire da booster della produttività. Il sistema delle filiere, elemento che rappresenta un tratto imprescindibile della nostra economia, è stato uno dei principali fattori di resilienza nelle situazioni di crisi e riteniamo possa esserlo anche in questa fase"

E Marco Borgione, responsabile sviluppo territoriale Nord Ovest Unicredit, aggiunge: “Nel primo trimestre nella regione abbiamo erogato circa 350 milioni di nuovi finanziamenti a oltre 1.500 imprese. Bisogna uscire da alcune produzioni ed entrare in altre nuove, in nuovi settori e nuove tecnologie, senza generare povertà sociale e territoriale. Il sistema finanziario ha una responsabilità primaria, perché non deve solo reindirizzare le risorse finanziarie dove è più opportuno, ma anche sostenere attivamente il settore privato, le imprese e le famiglie a cogliere le opportunità offerte dal Next Generation EU e dal PNRR”. E accanto ai plafond per il caro energia (3 miliardi di plafond su scala italiana), Uncredit si muove anche sul fronte del digitale (con Together4digital) e proprio di quell'aerospazio che spinge i numeri piemontesi: sono 20 i milioni investiti a Torino per l'acceleratore Takeoff.

Massimiliano Sciullo

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